Inno di Mameli, si cambia: niente “sì” finale (con grido) dopo “L’Italia chiamò”. Lo ha deciso il Quirinale

La novità annuciata con un decreto del Presidente della Repubblica. Ora anche una comunicazione interna alle forze armate l’ha chiarito: alle cerimonie ufficiali, non bisogna gridare “sì!” alla fine
"In occasione di eventi e cerimonie militari di rilevanza istituzionale ogni qual volta venga eseguito 'Il Canto degli italiani' nella versione cantata non dovrà essere pronunciato il sì finale". È quanto disposto dallo Stato maggiore della Difesa a partire dal 2 dicembre 2025. Nel documento, in cui si chiede di "dare la massima diffusione" della disposizione, si fa riferimento al decreto del Presidente della Repubblica del 14 marzo 2025 sulle modalità di esecuzione dell'inno nazionale.
In pratica, questa sarà la chiusura: "Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò". Senza "sì!" finale. Così l'inno di Mameli dovrà essere eseguito nelle cerimonie ufficiali.
Il decreto risale al 14 marzo scorso e stabilisce le "modalità di esecuzione dell'Inno nazionale". Per la maggior parte si tratta di indicazioni note. Ma poi si specifica che "nelle cerimonie alla presenza di una bandiera di guerra o d'istituto", oppure quando c'è il presidente della Repubblica, o "in occasione delle festività nazionali, in Italia e all'estero", l'inno deve essere eseguito "ripetendo due volte di seguito le prime due quartine e due volte di seguito il ritornello del testo di Goffredo Mameli, come previsto dallo spartito originale di Michele Novaro". E qui, implicitamente, c'è la novità. continua su: https://www.fanpage.it/politica/perche-linno-di-mameli-e-cambiato-e-non-si-dovra-piu-urlare-si-alla-fine/ https://www.fanpage.it/

