Il commento

ll commento di Chicco Testa: «Dazi, la nuova guerra mondiale di Trump»

13 Luglio 2025

“La decisione di imporre dazi al 30% su tutte le merci europee importate negli Usa equivale a una dichiarazione di guerra”

«La decisione di Trump, dopo settimane di trattative che facevano sperare in meglio, di imporre dazi al 30% su tutte le merci europee importate negli Usa equivale ad una dichiarazione di guerra. È destinata, se non corretta, ad aprire un solco ancora più profondo dell’oceano che già separa gli Usa dall’Unione Europea. A mettere in discussioni alleanze e ogni forma di cooperazione. Spero di esagerare, ma i danni economici che ci vengono inflitti e soprattutto la caduta totale di ogni reciproca fiducia sono destinati a produrre conseguenze negative profondissime.

L’atteggiamento accomodante della Ue e della nostra premier non sono serviti a niente. Giorgia Meloni si è giocata una carta, quella dell’amicizia, ma non è servita a niente e dovrà prenderne atto. Ora una risposta deve essere data, ma deve essere ben calibrata. Mettere contro dazi della stessa misura e su tutte le merci Usa significherebbe solo importare inflazione e fare danni ai ceti più deboli dell’Europa. Dazi devono essere messi, ma in modo selettivo e tesi a “far male”. A provocare una reazione all’interno degli Usa, da parte delle aziende colpite e da parte dei mercati azionari che già all’inizio del mandato di Trump hanno mandato segnali inequivocabili, che lo costrinsero allora a fare marcia indietro. La seconda cosa che occorre fare è stringere subito alleanze con tutti gli altri mercati colpiti dai dazi Usa. Con l’area del Mercosur, praticamente l’intera America Latina per cominciare, dove un trattato attende da mesi di essere approvato, e poi con il Canada, il Messico, l’Africa e buona parte dell’Asia. Compito non semplice perché occorrerà fronteggiare anche l’offensiva commerciale della Cina che guarda oggi all’Europa come al suo principale mercato di esportazione.

E poi ci sono le cose consigliate dal rapporto Draghi a cui dare esecuzione immediata. L’abolizione delle mille misure protezionistiche amate dagli stati europei, non dazi ma regolazioni asimmetriche, poteri di veto, burocrazie cieche che impediscono al più grande e ricco mercato del mondo di esprimere tutte le sue potenzialità, frammentato come è in tante piccole realtà se confrontate con la forza e la compattezza che occorrerebbe esprimere. Mercati finanziari asfittici, nessuna vera grande banca europea, poche imprese capaci di competere a livello mondiale, scarsa innovazione soprattutto nei settori tecnologicamente avanzati. Per reagire alla politica di prepotenza di Trump occorre che l’Europa prima di tutto liberi se stessa. E questo dipende solo da lei».

Chicco Testa