Omicidio Pasolini, il ricordo di Dacia Maraini: «Dolore e voce gentile, Pier Paolo era un animo delicato»

29 Ottobre 2025

A cinquant’anni dalla scomparsa del regista, il ricordo della scrittrice: «Dietro la sua morte qualcosa di grosso e di più politico». Domenica quattro pagine speciali del Centro in ricordo dell’artista

«Caro Pier Paolo. Stavo per abbracciarti, felice di rivederti, quando sei scomparso». Qualche volta, nei sogni di Dacia Maraini si profila la sua figura: Pasolini è stato l’amico e il confidente nei tanti anni in cui hanno diviso viaggi, lavori, pensieri, sentimenti. Ma poi quella figura, evanescente, scompare come la madre di Ulisse nell’Ade. Non si può toccare, sta alla scrittura custodire le immagini.

Maraini lo ha fatto in un libro, “Caro Pier Paolo” (Neri Pozza, 2022), con cui ha raccontato in forma epistolare i ricordi con cui si fa più nitido il profilo di un uomo catturato nella banalità del vivere quotidiano, ma anche negli amori platonici, nei fastidi e nei tormenti, negli episodi al limite del comico come quando, racconta al Centro, un contadino ha venduto loro, per le strade dell’Africa nera, la truffa perfetta. E tra i ricordi, le visite notturne e le domande inevase.

L’intervista che segue è l’anticipazione di uno speciale di quattro pagine che il Centro dedica a Pier Paolo Pasolini, a cinquant’anni dalla sua scomparsa. Speciale in uscita domenica 2 novembre.

Dacia Maraini, sogna ancora Pasolini?

«Ogni tanto mi capita, sì».

Sogni positivi?

«Di solito prevale la dimensione del gioco. Perché Pier Paolo amava giocare: a calcio, a pallavolo. Aveva anche un corpo dinamico e asciutto, pronto a scattare».

Ma era anche un uomo angosciato. Lo ha scritto nel libro che gli ha dedicato: «Lo strazio del suo continuo tormentarsi».

«Era il dolore del trauma infantile che lui stesso racconta. Il padre, che adorava e con cui trascorreva le giornate, è andato in Africa e dopo due anni di campo di concentramento come militare prigioniero degli alleati, è rientrato trasformato. Lì la vita di Pier Paolo è cambiata».

L’INTERVISTA COMPLETA CON IL CENTRO IN EDICOLA