Caos sulla cannabis legale: sì alla vendita ma tassata al 40%

5 Dicembre 2025

Il governo fa marcia indietro e reintroduce il commercio con una maxi imposta. Il tribunale di Brindisi sospende un sequestro e chiama in causa la Consulta

PESCARA. È caos totale sul fronte della canapa legale in Italia. Dopo l’introduzione del decreto sicurezza, che vieta la vendita delle infiorescenze, la vicenda ha subito un’accelerazione negli ultimi giorni con arresti, ricorsi e ora anche un emendamento che cambia di nuovo il quadro. La sostanza è vietata dall’articolo 18 del decreto sicurezza: una norma che equipara le infiorescenze della canapa industriale a uno stupefacente e che ha fatto chiudere 35 imprese solo in Abruzzo. Ma mentre la Corte Costituzionale è stata chiamata a valutarne la legittimità, arriva un inatteso intervento dalla politica. La cannabis light potrebbe tornare sugli scaffali: un emendamento di Fratelli d’Italia alla legge di Bilancio, firmato dal senatore Matteo Gelmetti, estende la legge del 2016 anche alle «infiorescenze fresche o essiccate e ai derivati liquidi destinati al fumo o all’inalazione», con un tetto di Thc allo 0,5%. L’Agenzia delle Dogane definirà autorizzazioni, requisiti e canali di approvvigionamento. Una marcia indietro, liberalizzazione regolata, accompagnata però da una maxi-tassa del 40% sul prezzo finale. Un'impostazione che, secondo il partito di Giorgia Meloni, non rappresenta una svolta permissiva: «L’obiettivo è contrastare la diffusione della cannabis light, non legalizzarla», precisano da Palazzo Madama.

Il cambio di quadro arriva mentre è ancora aperto il caso Blengino: il segretario dei Radicali Italiani è stato arrestato e rilasciato a Torino dopo una dimostrazione in cui ha venduto cannabis light per contestare il decreto sicurezza. In parallelo, la Gip di Brindisi ha sospeso il sequestro di un carico di canapa industriale destinato ad aziende italiane. La Procura inizialmente ne aveva disposto la distruzione, ma i legali degli imputati hanno impugnato l’atto chiedendo il vaglio della Consulta. Tra le voci del settore, l’imprenditore torinese Luca Fiorentino accoglie l’emendamento con cautela: «È un passo nella direzione giusta, ma rischia di favorire i grandi produttori, squalificando i piccoli. E una tassazione così alta aumenterà il contrabbando». L’imprendiore gioisce invece per la decisione del Gip pugliese «ottima notizia» per una filiera in cui «ragazzi, negozianti e produttori vengono arrestati o subiscono sequestri per merce che non è illegale». E aggiunge un raffronto con le nazioni a noi vicine: «Siamo indietro. Mentre altri Paesi legalizzano, qui discutiamo della canapa legale. I miei colleghi europei non credono a ciò che sta avvenendo in Italia. È un prodotto senza sostanze psicoattive: in Svizzera si va verso la liberalizzazione, e noi facciamo la guerra ai fiorellini» Opposta la lettura di Carlo Giovanardi, già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con deleghe alle politiche antidroga: «Sono sicuro che questo emendamento, totalmente sbagliato, verrà ritirato». Poi continua «La salute è un principio primario da tutelare. Ho lavorato con gli esperti del settore Muccioli, Don Gelmini, Don Benzi e Don Picchi: ho visto persone in comunità perdere la vita e poi recuperarla e so che spesso la porta alle tragedie è proprio la cannabis». Giovanardi avverte sul «forte aumento dei principi attivi nei cannabinoidi» e chiosa accusando: «Non sono così ingenuo da non capire: quella dei negozi è una propaganda che mette i ragazzi sulla strada di un tunnel di cui conosco i risultati, senza parlare dei costi sociali di questo disastro».

La lotta sulla legalizzazione dunque non finisce qui, nell’attesa di capire come si pronuncerà la consulta e se Fdi farà un’altra marcia indietro.