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10 gennaio

Oggi, ma nel 1944, a Peveragno, in provincia di Cuneo, in piazza Paschetta, i nazisti, coadiuvati dai fascisti repubblichini, fucilavano 30 civili nel tentativo di soffocare la resistenza che in quella zona era particolarmente organizzata dopo l'8 settembre 1943. Esattamente come era accaduto nell’eccidio di Ceretto di Costigliole Saluzzo, del 5 gennaio precedente, costato la vita a 27 persone, più che partigiani a farne le spese erano contadini e popolani che con la politica non avevano alcun collegamento reale.

Peveragno fino ad allora era centro noto nel Belpaese prevalentemente per essere stato il borgo natio della medaglia d’oro al valor militare alla memoria Pietro Toselli. Quest’ultimo, classe 1856, maggiore d’artiglieria del regio esercito, il 7 dicembre 1895, nella battaglia dell’Amba Alagi, mentre guidava le truppe italiane contro quelle etiopi del negus Menelik II, si era lasciato trucidare scendendo per ultimo dall’altura per dare tempo ai suoi soldati di mettersi in salvo durante la ritirata.

Il luogo dell’esecuzione da parte delle SS verrà ribattezzato piazza XXX martiri, in memoria degli ammazzati. Non ci saranno colpevoli assicurati alla giustizia. Il 25 gennaio 2005 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi assegnerà la medaglia d’argento al valor civile al Comune. Le vittime erano: Matteo Campana, Antonio Cavallo, Marco Dalmasso, Michele Dho, Battista Ellena, Battista Garro, Giovanni Garro, Orlando Garro, Michele Ghisolfi, Bartolomeo Giorgis, Giovanni Giorgis, Giuseppe Giorgis, Giuseppe Giorgis, Giovanni Grosso, Giovanni Grosso, Giovanbattista Grosso, Giuseppe Grosso, Donato Macagno, Giacomo Macagno, Giovanni Macagno, Paolo Marro, Giuseppe Musso, Michele Peano, Francesco Re, Domenico Righi, Secondo Rossi, Giuseppe Tassone, Matteo Tassone, Costanzo Toselli, Vincenzo Macagno. Tutta la vicenda verrà ricostruita da Giovanni Magnino nel volume “L’eccidio della Paschetta. Peveragno, 10 gennaio 1944”, che verrà pubblicato da Blu edizioni di Torino, nel 1999.