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10 luglio

Oggi, ma nel 1991, a Reggio Calabria, Salvatore La Rosa uccideva Antonio Carlo Cordopatri dei baroni di Capece, fratello di Teresa, anche lei presente all’omicidio, ma scampata alla morte perché la pistola del sicario si inceppava.

L’agguato mortale all'erede maschile dell'antica casata nobiliare calabrese era stato ordito dalla ‘ndrina criminale della ‘Ndrangheta guidata da Saverio Mammoliti, che dal 1988 faceva pressione sui possidenti terrieri del circondario, come i Cordopatri di Capece, per ottenere le loro terre. Tra le attività del clan, infatti, spiccavano il traffico di droga e la coltivazione della terra.

La proprietà dei Cordopatri ammontava a 12 ettari, che davano olive ed agrumi, a Castellace, frazione di Oppido Mamertina. I Mammoliti volevano impossessarsi delle terre a prezzi ridicoli. Teresa Cordopatri (nella foto, particolare) inizierà la sua battaglia di legalità contro lo strapotere malavitoso e verrà soprannominata “baronessa coraggio”, diventando un personaggio di caratura internazionale, con ampio risalto mediatico non solo nel Belpaese. Andrà avanti lottando fino alla morte, che avverrà il 7 settembre 2018. Cercherà, tra enormi difficoltà, anche grazie all’aiuto della cugina Angelica, pure di rimettere in sesto le attività di coltivazione dei propri appezzamenti creando la cooperativa sociale Aida. Ma il percorso sarà costellato da delusioni e tradimenti, anche da parte dello Stato, come lei dirà in varie uscite pubbliche.

Il killer del fratello verrà condannato a 25 anni di carcere, con sentenza definitiva della Corte di Cassazione, nel 1994. Saverio Mammoliti, detto “don Saro”, figlio del capobastone Francesco, freddato con 31 colpi di lupara il 19 gennaio 1954 durante la faida con Domenico Barbaro, invece, verrà assolto dall’accusa di essere stato il presunto mandante del delitto. Verrà condannato, invece, anche lui a 25 anni di cella, sempre con sentenza della Cassazione del 1994, Francesco Mammoliti, come mandante.

Antonio Cordopatri aveva già subito un attentato, nel luglio 1972, proprio lungo la strada verso i suoi possedimenti agricoli. Poi l'attacco si era ripetuto nel 1990. In entrambi i casi era uscito illeso, ma aveva avuto sempre più difficoltà a raggiungerei propri terreni.