10 ottobre

Oggi, ma nel 1985, nella contrada Sigonella di Lentini, in provincia di Siracusa, nell’aeroporto militare “Cosimo Di Palma” dell’Aeronautica italiana, anche sede missilistica Nato, quattro Grummar F14 Tomcat dell’Us Navy costringevano all’atterraggio il Boeing 737 dell’Egypt Air con a bordo anche il palestinese Muhammad Zaydan, meglio conosciuto come “Abu Abbas” -fondatore del Fronte per la liberazione della Palestina, fazione filosiriana dell’Olp, ma in contrapposizione alla politica di Yasser Arafat- considerato in quel frangente il mediatore nel dirottamento della nave da crociera tricolore “Achille Lauro”. I quattro sequestratori più Abu Abbas -che in realtà era il mandante dell’azione- venivano arrestati dai carabinieri. Due giorni prima, il 7 ottobre, i terroristi avevano preso con le armi il transatlantico, con 550 persone a bordo, tra passeggeri e componenti dell’equipaggio, e l’8 avevano fatto fuori uno degli ostaggi, il paraplegico a stelle e strisce Leon Klinghoffer, ebreo, di 69 anni, ridotto sulla sedia a rotelle da ictus. Tutta la vicenda accendeva la crisi diplomatica atlantica, che rischiava di sfociare in belligeranza, tra Belpaese e States. Col presidente del Consiglio dei ministri Benedetto “Bettino” Craxi, anche segretario del Partito del garofano rosso nonché primo socialista alla guida d’un esecutivo in Italia, contro il repubblicano Ronald Reagan, il “The Gipper” dei b-movie divenuto 40° presidente Usa dopo essere stato il 33° governatore della California. Gli specialisti della Delta Force, armati fino ai denti, pretendevano bruscamente la consegna dei rapitori circondando gli avieri della Vigilanza aeronautica e gli esponenti della Benemerita. Che a loro volta accerchiavano (nella foto, particolare, i due cordoni di contenimento), su disposizione del comandante della base, il colonnello pilota Ercolano Annicchiarico, il velivolo concesso dal Cairo ai fuggiaschi. Nel frattempo, lo stesso 10 ottobre, l’Achille Lauro attraccava nello scalo della terra dei faraoni di Port Said. Ma l’imbarcazione rimaneva bloccata per questioni burocratiche. Rimpatrierà a Genova il 17 ottobre. I pirati, invece, venivano trasportati nel carcere siracusano per essere poi messi a disposizione della magistratura genovese e non essere affidati ai giudici della Grande mela.