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10 settembre

Oggi, ma nel 1967, a Gibilterra, il 99,64 per cento dei votanti per il referendum, pari a 12.138 abitanti, esprimeva la propria preferenza nel rimanere sotto la sovranità della corona britannica piuttosto che passare alla Spagna nazionalista del caudillo Francisco Franco. Solo lo 0,36 per cento dei cittadini, ovvero 44 persone, optava in favore della scelta iberica. Le schede bianche e nulle rappresentavano lo 0.45 per cento, ossia 55 preferenze disperse. Complessivamente andava alle urne il 96.50 per cento degli aventi diritto (nella foto, particolare, uno degli striscioni dal contenuto eloquente sulla predominanza filo-britannica, esposto il 10 settembre 1967, che si chiudeva col classico augurio di lunga vita alla sovrana), cioè 12.237 gibilterresi su 12.272 registrati negli elenchi elettorali.

Dal 10 settembre 1992, il 10 settembre diverrà festa nazionale per commemorare la scelta in favore del Regno unito governato dalla regina Elisabetta II dal 6 febbraio 1952. Nella lingua di terra di 6,8 chilometri quadrati, posta in posizione strategica nell’omonimo stretto situato a collegamento tra il mar Mediterraneo e l’oceano Atlantico, la comunità di origine ligure, soprattutto genovese, con radici risalenti all’insediamento di pescatori e commercianti di mare del 1500, costituiva il 20 per cento dei residenti. Era equivalente a 6mila civili che nel tempo avevano apportato influsso importante sulla lingua parlata, il Llanito, dopo l’inglese ufficiale, che presumibilmente era derivante dal tricolore “piccolo Gianni”, con l’italiano inserito anche sui manifesti ufficiali fino al 1830.

Dal 25 marzo 1988 al 17 maggio 1996 il primo ministro di Gibilterra sarà Joseph “Giuseppe” Bossano, classe 1939, gibilterrese di nascita proprio con antenati liguri, esponente del locale Partito socialista dei lavoratori. La consultazione referendaria del 7 novembre 2002, col quesito sulla condivisione del territorio amministrato tra UK e Spagna, si risolverà col 98.97 per cento dei “no”, ovvero la decisione di restare solo sotto l’egida britannica, contro l’1.03 dei “si”, pari a 17.900 preferenze contro 187, con 89 schede bianche e nulle rappresentanti lo 0.49 per cento, su 18.176 votanti rispetto ai 20.678 aventi diritto.