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6 maggio

6 Maggio 2025

Oggi, ma nel 1982, a Roma, nella stazione di Polizia ferroviaria San Pietro, alle 21, il gruppo di fuoco composto da quattro terroristi dei Nuclei armati rivoluzionari, formazione eversiva di estrema destra, metteva a segno, a volto scoperto, l’agguato letale, un colpo di pistola calibro 7,65 sparato alla tempia, ai danni dell’appuntato di Pubblica sicurezza in servizio come agente Polfer Giuseppe Rapesta, di 54 anni, originario di Vico Equense, in provincia di Napoli, che morirà il 12 maggio successivo, nel reparto craniolesi dell’ospedale San Giovanni della Capitale, per le conseguenze. La reazione dei malviventi era stata anche inasprita dal tentativo del malcapitato di difendersi con l’arma d’ordinanza, che gli verrà poi anche sottratta. A nulla servirà l’intervento chirurgico che verrà effettuato nel nosocomio Spirito Santo dell’Urbe. La vittima, sposata e padre di tre figli, era anche prossima alla pensione.

L’assalto mortale (nella foto, particolare, la targa commemorativa dell’omicidio presente sul binario 1 dello scalo FS romano San Pietro nello scatto della cerimonia del 12 maggio 2023 della Polizia) verrà rivendicato dai Nar come azione di rappresaglia per la controversa morte -le ipotesi saranno due: verosimilmente ucciso dagli esponenti della Digos, Divisione investigazioni generali e operazioni speciali, coordinati dall’Ucigos, l’Ufficio centrale investigazioni generali e operazioni speciali; suicidatosi per non farsi catturare vivo- del “nero” Giorgio Vale -detto così sia per l’orientamento politico che per il padre di origine eritrea-, già militante di Terza posizione prima di transitare nei Nar, nel covo posto all’interno 2 di via Decio Mure 43, al Quadraro, sempre nella Città eterna, avvenuta il giorno prima, 5 maggio. Anche Vale era stato inutilmente sottoposto ad operazione nel già menzionato San Giovanni, dove era spirato. Il 21 maggio di quel 1982 verrà riportata, sul quotidiano torinese “Stampa sera”, la notizia dell’arresto di Sergio Biagini, di 20 anni, Marcello Foppoli, di 19, Andrea Litta Modignani, di 22, e delle operazioni in corso per arrivare ad assicurare alla giustizia anche il latitante Fausto Busato, di 22, tutti e quattro quali presunti quattro responsabili della prematura dipartita terrena di Rapesta