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12 settembre

Oggi, ma nel 1944, a Bolzano, nelle stalle della caserma Mignone, il tenente delle SS Karl Titho giustiziava, con un colpo di pistola alla nuca, 23 soldati italiani, sotto i 30 anni d'età, già detenuti nel tristemente noto lager cittadino. Erano sommariamente considerati collaboratori dell'intelligence angloamericana composta dal Soe britannico, lo Special operations executive, e dall'Oss americano, l'Office of strategic services, ed erano schierati a favore del cosiddetto regno del sud dopo l'8 settembre 1943.

La caserma dell'eccidio (nella foto in una veduta aerea), dal 2010 ricordata da una piazza intitolata ai 23 caduti, dipendeva amministrativamente dal comando nazista di Verona e dal generale Whilhelm Harster.

I corpi vennero gettati in una fossa comune nel locale cimitero di Oltreisarco e riesumati solo a fine giugno 1945, quando sarà impossibile identificarli. Verranno poi sepolti nel camposanto militare di San Giacomo e non sarà possibile far tornare i morti nelle loro città di origine.

Le vittime erano: Francesco Battaglia, Cesare Berardinelli, Pompilio Faggiano, Tito Gentili, Dante Lenci, Ernesto Paiano, Francesco Colusso, Gianpaolo Marocco, Vilores Apollonio, Antonio Baldanello, Sergio Ballerini, Guido Botta, Andrea Dei Grandi, Domenico Di Fonzo, Ferdinando Ferlini, Antonio Fiorentini, Domenico Fogliani, Domenico Montevecchi, Milo Pavanello, Angelo Preda, Antonio Pappagallo, Ernesto Pucella, Annibale Venturi.