Luigi Finoli, uno dei superstiti del naufragio del Titanic

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15 aprile

Oggi, ma nel 1912, nella posizione nautica di 41° 46' N 50° 14' W, al largo di Terranova, a 270 miglia marittime dalla costa a stelle e strisce, affondava, ufficialmente dopo essersi scontrato contro un iceberg, il transatlantico britannico Titanic, classe Olympic, soprannominato l'inaffondabile, comandato da Edward Smith, che stava compiendo il suo viaggio inaugurale da Southampton, nel Regno unito, a New York, in America.

Il Titanic, la cui fine ingloriosa rimarrà uno dei misteri più controversi e seguiti della storia, non solo della navigazione, e non solo del '900, era salpato il 10 aprile precedente ed era atteso all'arrivo il 17 aprile successivo. L'impatto con lo sperone di ghiaccio aveva provocato l'apertura di una falla sotto la linea di galleggiamento, allagando i primi 5 compartimenti stagni che 2 ore e 40 minuti più tardi, ovvero alle 2.20 del 15 aprile, provocavano l'inabissamento della nave facendo spezzare lo scafo in due tronconi.

Morivano 1308 passeggeri. I trasportati erano suddivisi così: 709 di terza classe, 277 di seconda, 322 di prima. Nella sciagura, che avrà notorietà planetaria senza precedenti nella storia delle disgrazie accadute nella navigazione di linea per mare, perivano anche 215 degli 892 componenti l'equipaggio.

Complessivamente le vittime erano 1523. Viaggiavano sul gigante dei mari, costruito nei cantieri navali Harland & Wolff di Belfast, anche 37 italiani, ma solo 11 di loro erano passeggeri. I restanti erano camerieri alle dipendenze di Gaspare Antonio Pietro Gatti, detto "Luigi", anch'egli italiano, di Montalto Pavese, classe 1875, responsabile del ristorante, riservato ai viaggiatori di prima classe, "À la carte" della nave, di proprietà della compagnia White star line. Nessuno dei camerieri italiani riusciva a salvarsi. Tra i passeggeri, invece, 5 sopravvivevano. Erano: Argene Genovesi, con biglietto di seconda classe, che perdeva il marito Sebastiano Del Carlo; Emilio Ilario Giuseppe Portaluppi, di seconda classe; Albina Bazzani, di prima classe; Luigi Finoli (nella foto), di terza classe, abruzzese di Atessa, in provincia di Chieti, recuperato grazie alla scialuppa di salvataggio numero 15; Raimondo Vitillo, di terza classe. I 6 passeggeri italiani naufragati erano: Francesco Celotti, che viaggiava con tagliando di terza classe; Sebastiano Del Carlo, di seconda classe; Emilio Serafino Mangiavacchi, di seconda classe; Sante Righini, di prima classe; Alfonso Martino Meo, di terza classe; Giuseppe Peduzzi, di terza classe. Finoli, che era a bordo poiché diretto a New York, dove era emigrato nel 1899, era nato nel 1870 e negli States sbarcava il lunario come commerciante. Rientrerà definitivamente nel Belpaese nel 1935 e morirà ad Atessa nel 1938.