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16 Agosto

Oggi, ma nel 1860, a Corleto Perticara, in provincia di Potenza, il comitato presieduto da Giacinto Albini e coadiuvato da Camillo Boldoni con Nicola Mignogna, proclamava ufficialmente la deposizione degli stemmi reali borbonici di Francesco II e innalzava quelli sabaudi con l'effigie di Vittorio Emanuele II. Contestualmente, in piazza del fosso, futura piazza del plebiscito, veniva dichiarata l'annessione cittadina al regno di Sardegna, in vista dell'unità nazionale (nella foto, la lapide commemorativa apposta, nel 1910, in occasione del 50°anniversario). La Basilicata, con Corleto, era di fatto la prima provincia della parte continentale del regno delle due Sicilie a passare dall'amministrazione regia dei Borboni a quella dei Savoia. Il 18 agosto successivo seguirà nella rivolta anche il capoluogo Potenza, sempre con in testa all'operazione il gruppo di rivoluzionari partito da Corleto. Il 5 settembre successivo, nell'incontro di Auletta, Giuseppe Garibaldi nominerà proprio Albini governatore della provincia della Basilicata del nascituro regno d'Italia. La sommossa di Corleto era stata organizzata, con alterne vicende, fin dal 1854, quando a Napoli, era sorto il comitato, definito Grande società dell'unità italiana, erede della Carboneria. Il vertice era composto da: Luigi Dragone, Giuseppe Fanelli, Giovanni Matina e Albini. Quest'ultimo poi aveva provveduto a creare il sub-comitato di Corleto, atto a preparare politicamente le condizioni adatte per scatenare l'insurrezione della Lucania.

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