16 GIUGNO

15 Giugno 2023

Oggi, ma nel 1912, a Viterbo, veniva sancita la donazione della collezione di Luigi Rossi Danielli all’amministrazione municipale, guidata dal sindaco Giovan Battista Savini, composta da mille reperti archeologici, inerenti la civiltà etrusca e romana. Il materiale confluirà nella seconda sala del piano terra, dei tre previsti, nel museo civico, collocato nell’ex convento, del XII secolo, adiacente la chiesa di Santa Maria della Verità, che verrà istituito nel 1955, con Felice Mignone primo cittadino, e intitolato allo stesso Rossi Danielli.

Viterbese, classe 1870, morto il 10 maggio 1909, sempre nella sua città natale, agrimensore per percorso di studi e archeologo autodidatta. I suoi ritrovamenti più importanti risalivano al 1899, nelle località di San Francesco e di Pianaccio, nel 1901 a Ferento, poi a Pianicara, nel 1902, a Poggio montano nel 1903 e anche a Santa Caterina, Montefiascone, Vetralla, Blera, Barbarano romano. Tra il 1903 e il 1908 aveva dovuto interrompere buona parte delle sue attività di scavo dopo aver perso il braccio destro in un incidente di caccia.

Tenacemente aveva imparato a scrivere e a fare schizzi con la mano sinistra. Poi aveva ripreso il lavoro a Ferento che però era stato interrotto dalla morte, a soli 39 anni. Rossi Danielli verrà considerato il primo archeologo moderno italiano (nella foto, particolare, subito a destra della statua appena ritrovata). Proveniente da una famiglia importante, tanto da avere il privilegio del proprio sepolcro all’interno del Duomo viterbese, già consigliere comunale, aveva sposato Rosa Calcagnini, dalla quale aveva avuto tre figlie: Anna, Teresa e Maria.

Nel 1901 era stato il primo ad eseguire scavi nella necropoli di San Giuliano. Nel 1902 era stato tra i fondatori della Società viterbese per la conservazione dei monumenti. Nel 1906 aveva promosso, con Anselmo Anselmi e Domenico Sansoni, la costituzione della società Pro Ferento, presieduta dal duca Pietro Lante della Rovere, per raccogliere fondi per finanziare gli scavi che fino ad allora aveva pagato di tasca propria.