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16 ottobre

Oggi, ma nel 1969, a Roma, Michael “Mike” Collins, l’astronauta americano nato nella Capitale, già pilota militare dell’Aeronautica, che era stato alla guida del modulo spaziale Nasa della missione Apollo 11 sulla luna, visitava ufficialmente l’abitazione, di via Tevere 16, nella quale era nato, il 31 ottobre 1930. Il padre, James Lawton Collins, infatti, che era anche lui un ufficiale, ma dell’Esercito, in quel periodo lavorava nell’ambasciata a stelle strisce nell’Urbe, prima di tornare a Washington a causa dello scoppio del secondo conflitto mondiale.

Nella sortita nella Città eterna il pioniere lunare Collins era accompagnato dal sindaco Clelio Darida, democristiano, in carica dal 30 luglio precedente, che sarà poi più volte ministro. Insieme inauguravano la lapide commemorativa dell’evento (nella foto, particolare, il primo cittadino, al microfono, con Collins a sinistra, proprio quel giorno, attorniati da giornalisti e curiosi sotto la lastra di marmo con l’iscrizione “In questa casa nacque, il 31 ottobre 1930, Michael Collins, intrepido astronauta della missione Apollo 11, primo uomo sulla luna Roma, fiera di questo suo figlio, pose a ricordo perenne, SPQR 16 ottobre 1969”).

Il 21 luglio di quel 1969, mentre gli statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin, anche loro classe 1930, mettevano piede per la prima volta sul suolo lunare, dopo l’allunaggio del giorno precedente, avvenuto con la capsula Eagle nel Mare della tranquillità, Collins manteneva il modulo di comando Columbia in orbita, per poi fare rientro, insieme agli altri due colleghi, sulla terra, chiudendo il viaggio con l’ammaraggio nell’Oceano Pacifico dove verranno recuperati dalla nave Hornett della marina militare Usa.

A causa del suo incarico di pilota -dal 18 al 21 luglio 1966 aveva preso parte, sempre in quel ruolo, anche alla precedente missione Nasa nello spazio, Gemini 10, che non era stata proprio un successo- e poiché non aveva effettuato l’iconica passeggiata lunare, Colins verrà ingiustamente ricordato meno di Armstrong, che tecnicamente risultava il primo uomo sulla luna, e di Aldrin, che aveva posato il suo piede 19 minuti dopo.