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18 GIUGNO

Oggi, ma nel 1903, a Berna, la polizia cantonale arrestava Benito Mussolini, che veniva schedato erroneamente come “Benedetto”, per il ruolo di agitatore socialista durante lo sciopero generale. In quella occasione veniva pure scattata l’immagine segnaletica (nella foto, particolare) destinata a rimanere tra le raffigurazioni iconiche dell’età giovanile e scapestrata del futuro Duce dell'Italia in orbace. Dopo essere stato ammanettato veniva condannato a 12 giorni di cella per poi essere liberato, con decreto di espulsione, del 30 giugno 1903, dalla città elvetica, su mandato di Louis Joliat, direttore della Polizia.

Il figlio del fabbro di Predappio era arrivato in Svizzera, il 9 luglio 1902, a Losanna, fondamentalmente per sfuggire alla leva obbligatoria italiana. Era stato portato in prigione, per la prima volta sul suolo della Confederazione, il 24 luglio di quel 1902, a Losanna, per vagabondaggio. Era stato trovato a dormire in un vicolo adagiato su dei cartoni. Andrà via, definitivamente, il 15 aprile 1904, dopo essere stato espulso anche dal Canton di Ginevra e dopo aver trascorso altri 6 giorni in prigione, in seguito alla cattura, del 9 aprile, sempre a Ginevra, per essere stato trovato in possesso del permesso di soggiorno falsificato. Avendo il passaporto italiano scaduto non potrà più tentare la fortuna rientrando in Svizzera.

Verrà momentaneamente salvato dalla sua rete di contatti sviluppati tra gli ambienti della lotta proletaria, del giornalismo socialista e del sindacalismo rivoluzionario. In particolare verrà favorito dall’interpellanza avanzata al Gran consiglio ticinese da Antonio Fusoni, influente esponente locale del radicalismo di sinistra. Mussolini si fermerà a Bellinzona, riuscendo anche ad evitare l'ulteriore condanna ad un lungo periodo di prigionia svizzera quale renitente alla leva italiana. Da Bellinzona andrà poi a Losanna, ma nel novembre di quel 1904 sarà costretto a rincasare a Dovia di Predappio, luogo dove era nato nel 1883, per assistere la madre Rosa Maltoni, malata, che morirà il 19 gennaio 1905. Mussolini potrà fare ritorno in Patria beneficiando dell’amnistia concessa da Casa Savoia per la nascita, il 15 settembre 1904, a Racconigi di Cuneo, del principe Umberto, erede al trono d’Italia. Dopo essersi presentato al distretto militare di Forlì, il 30 dicembre 1904, Mussolini verrà assegnato al 10° reggimento bersaglieri di Verona iniziando così a prestare quel servizio militare che tanto avrebbe voluto evitare.