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18 luglio

Oggi, ma nel 1870, a Roma, Papa Pio IX (nella foto, particolare del ritratto, del 1871, olio su tela, di George Peter Alexander Healy, conservato a Senigallia, nel museo Pio IX, nel palazzo Mastai Ferretti) proclamava, con la costituzione dogmatica Pastor Aeternus, il dogma dell'infallibilità del pontefice nell'esercizio del ministero petrino.

Gli insegnamenti dei vescovi, invece, non andavano considerati come coperti dall'infallibilità papale. Il testo chiave, nella traduzione dal latino, spiegava, nel passaggio fondamentale: «Perciò noi, mantenendoci fedeli alla tradizione ricevuta dai primordi della fede cristiana, per la gloria di Dio nostro salvatore, per l'esaltazione della religione cattolica e per la salvezza dei popoli cristiani, con l'approvazione del sacro concilio proclamiamo e definiamo dogma rivelato da Dio che il romano pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il suo supremo ufficio di pastore e di dottore di tutti i cristiani, e in forza del suo supremo potere apostolico, definisce una dottrina circa la fede e i costumi, vincola tutta la chiesa, per la divina assistenza a lui promessa nella persona del beato Pietro, gode di quell'infallibilità con cui il divino redentore volle fosse corredata la sua chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni del romano pontefice sono immutabili per se stesse, e non per il consenso della chiesa. Se qualcuno quindi avrà la presunzione di opporsi a questa nostra definizione, Dio non voglia: sia anatema».

Per proclamare il dogma il successore di San Pietro aveva convocato il concilio vaticano I, proprio per il 18 luglio 1870, che poi verrà sospeso il 20 settembre successivo -in seguito alla presa di Roma, attraverso la breccia di Porta Pia, che comporterà, come uno degli episodi più importanti del Risorgimento nazionale, l'annessione dell'Urbe al regno d'Italia, che segnerà la fine del potere temporale pontificio e anche dello Stato pontificio quale entità storico-politica- e non verrà più concluso. Ma il decreto sull'infallibilità del Papa era ormai stato approvato e verrà ritenuto valido a tutti gli effetti ed applicabile.

Il dogma, che era stato voluto dal capo della chiesa cattolica -Giovanni Maria Mastai Ferretti, classe 1792, di Senigallia, terziario francescano, elevato al massimo grado religioso il 16 giugno 1846 e in carica fino al 7 febbraio 1878, considerato l'ultimo pontefice regnante - su ispirazione dei gesuiti, susciterà le proteste degli ambienti sia laici che religiosi più liberali. Benché fortemente avversato dalla curia romana, una significativa minoranza dei padri del concilio, prevalentemente francesi e tedeschi, aveva preferito abbandonare la Città eterna per non esprimere voto contrario al momento dell'approvazione, pur non sottraendosi alla successiva accettazione del medesimo, una volta approvato. Invece una piccola parte di vescovi dell'Europa centrale fuoriuscirà, dando vita allo scisma vetero-cattolico, basato proprio sul rifiuto del dogma dell'infallibilità.