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18 MAGGIO

Oggi, ma nel 1966, a Diano Marina, in provincia di Imperia, Vito Taccone, di 26 anni, della società sportiva Vittadello, vinceva la prima tappa della quarantanovesima edizione del Giro d’Italia di ciclismo, partita da Montecarlo, nel Principato di Monaco, di 149 chilometri.

Il “Camoscio d’Abruzzo”, di Avezzano, in quel dell'Aquila, classe 1940, professionista dal 1961, tagliava per primo il traguardo della corsa rosa che per la prima volta dalla storica partenza d’esordio del 13 maggio 1909, dal meneghino piazzale Loreto, prevedeva la classifica a punti.

Taccone chiuderà la gara a tappe, che sarà vinta da Gianni Motta, della Molteni, il 9 giugno successivo, a Trieste, dopo 3976 chilometri affrontati in sella, in nona posizione assoluta.

Nella sua carriera agonistica Taccone (nella foto, particolare, in un attimo di riposo solitario proprio durante il Giro del 1966) si aggiudicherà complessivamente otto tappe del Giro.

In particolare aveva brillato nel 1963, quando gareggiava per la formazione Lygie, facendo sue anche quattro giornate di seguito della quarantaseiesima edizione. Si era trattato delle frazioni: La Spezia-Asti, il 28 maggio, di 225 chilometri; Asti-Santuario di Oropa, il 29 maggio, di 130; Biella-Leukerbad, in Svizzera, il 30 maggio, di 214; Sierre, sempre nella Confederazione elvetica-Saint Vincent, il 31 maggio, di 152. Poi aveva concluso sul gradino più alto del podio pure la tratta Belluno-Moena, il 7 giugno, di 198. Alla fine aveva archiviato il suo Giro, a Milano, il 9 giugno, dopo 4.063 chilometri, sesto in classifica generale. Franco Balmanion, della Carpano, era stato il trionfatore.

All’arrivo della quarta tappa, a Pescara, il 22 maggio 1963, particolarmente sentita dai sostenitori abruzzesi del marsicano, il migliore era stato Guido Carlesi, della Molteni, e Taccone s’era dovuto accontentare del calore dei suoi corregionali.

Tutta la vicenda umana e ciclistica di Taccone -che morirà d’infarto il 15 ottobre 2007, a 67 anni, fiaccato anche da vicende giudiziarie legate alle attività imprenditoriali intraprese dopo aver appeso la bici al chiodo- verrà raccontata nelle 155 pagine del volume scritto dal giornalista avezzanese Federico Falcone, intitolato “Vito Taccone il camoscio d’Abruzzo”, che verrà pubblicato da Radici edizioni, di Capistrello dell'Aquila, nel 2022.