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19 agosto

Oggi, ma nel 1976, a Gardone Riviera, in provincia di Brescia, nel complesso museale del Vittoriale degli italiani, a Villa Mirabella, già foresteria della struttura dannunziana, veniva inaugurata la mostra fotografica “D’Annunzio e la sua epoca”. Era organizzata dalla Fondazione del Vittoriale, presieduta da Giuseppe Longo, e curata nell’allestimento da Giovanni Dalla Pozza, già direttore dell’Istituto italiano di cultura a Parigi, con la collaborazione della bibliotecaria del Vittoriale, Margherita Ragusini.

Le immagini del Vate, delle sue donne, delle sue dimore, dei tanti cimeli, che rimarranno a disposizione dei visitatori a tempo indeterminato, rappresentavano un importante strumento per far conoscere meglio la esatta collocazione del poeta pescarese nel tempo di riferimento. Ovvero tra la nascita, avvenuta il 12 marzo 1863 e la morte, datata 1 marzo 1938. Addirittura, nelle parole di Longo, il Gabriel nazionale sarebbe stato “martire” del suo periodo di appartenenza.

Scopo principale di Dalla Pozza nella selezione degli scatti era rendere l’Ariel armato famigliare a quanti si recassero a vedere da vicino. La sequenza di fotogrammi era proveniente dall’archivio del Vittoriale in fase di riorganizzazione, dal Gabinetto fotografico nazionale, dal fondo di Eleonora Duse, dalla donazione di Luisa Baccara, "la signora del Vitoriale", dal portfolio del fotografo fiorentino Mario Nunes Vais. Per questo rappresentava uno sforzo mai effettuato prima. La mostra era organizzata secondo questa suddivisione per argomento e fase di vita: l’infanzia nel capoluogo Adriatico; l’educazione a Prato nel collegio Cicognini; l’esperienza capitolina; gli incontri e gli amori tra Francavilla al mare, Roma e Napoli; il periodo solare della Capponcina; la grande guerra e il volo su Vienna; l’impresa di Fiume; l’operoso ritiro al Vittoriale. Tutte le immagini confluiranno anche nel catalogo (nella foto, particolare), edito sempre dalla Fondazione del Vittoriale e stampato dalla grafica La varesina. Notevole anche la sezione delle dediche vergate a mano riservate maniacalmente da D’Annunzio ad ogni sorta di personaggio.

Come particolarità del percorso turistico vi figuravano anche le sequenze del D’Annunzio vecchio, segnato dal malessere, stanco e vinto, costretto a sopportare le sortite di Benito Mussolini e le celebrazioni strategiche del regime. Per l’occasione, nell’anfiteatro fatto costruire da D’Annunzio, andava in scena, in anteprima mondiale, la riduzione teatrale del “Giovanni Episcopo”, opera dannunziana giovanile, del 1892, pubblicata da Luigi Pierro editore di Napoli, con l’attore Glauco Mauri proprio nel ruolo di Episcopo.