19 AGOSTO

Oggi, ma nel 1954, a Borgo Valsugana, nella frazione Val di Sella, in provincia di Trento, moriva, nella sua abitazione, a 73 anni, per arresto cardiaco, Alcide De Gasperi, già presidente del Consiglio dei ministri del regno d’Italia prima e della Repubblica poi, capo provvisorio dello Stato, segretario nazionale della Democrazia cristiana. Il giornalista Indro Montanelli, con Mario Cervi, nel suo volume “L’Italia del miracolo”, pubblicato dall’editore milanese Rizzoli, rientrante nella collana di saggi dedicati alla storia del Belpaese, farà coincidere con la data del trapasso a miglior vita dell’uomo simbolo del Partito popolare italiano di don Luigi Sturzo, poi transitato nella lunga parabola scudo crociata, proprio la fine del cosiddetto “miracolo economico”.
Fase di forte crescita del benessere e rapido sviluppo tecnologico dopo la fase di ricostruzione post secondo conflitto mondiale, cominciata il 14 luglio 1948. Quest’ultimo era stato il giorno dell’attentato a Palmiro Togliatti, segretario del Partito comunista italiano, fuori da Montecitorio, da parte dello studente universitario, d’ispirazione monarchica, Antonio Pallante.
Verosimilmente la dipartita degasperiana era dovuta all’azotemia fuori controllo, dovuta a tumore renale. Lo statista triestino di Pieve Tesino (nella foto, particolare, intento ad arringare la folla in un comizio), classe 1881, aveva rassegnato le dimissioni da capo della segreteria Dc appena il 29 giugno precedente e il 16 luglio di quel 1954 la carica era passata ad Amintore Fanfani. Complessivamente De Gasperi aveva ricoperto quel ruolo dal 31 luglio 1944 al 22 settembre 1946, quale primo segretario della “Balena bianca”, lasciando poi il posto ad Attilio Piccioni, per diventare presidente del consiglio nazionale democristiano, anche in questo caso, quale primo titolare della mansione. Aveva poi ripreso la qualifica di segretario, il 28 settembre 1953, da Guido Gonella.
La scomparsa del primo premier dell’Italia post Savoia, dal 14 giugno 1946 al 17 agosto 1953, generava enorme commozione su e giù per lo Stivale. Il treno che trasporterà la salma a Roma per i funerali di Stato, verrà fermato da numerose delegazioni, sia istituzionali che di semplici cittadini, volti a rendere l’ultimo omaggio al politico futuro beato della Chiesa.