19 novembre

Oggi, ma nel 2005, ad Aosta, si spegneva anzitempo, a 58 anni, per cancro, la voce di protesta della cantautrice valdostana Marie Rita Maquignaz, in arte “Magui Bétemps”, che negli anni Settanta aveva denunciato, in parole - che erano state soprattutto in francese e in patois valligiano - e musica - l’accompagnamento usciva soprattutto dalla sua chitarra - l’eccessiva apertura, a partire dal secondo dopoguerra, dei vertici della Regione autonoma agli stranieri: al Piemonte e più in generale alla civiltà contraria ai veri interessi e alle priorità della gente delle “sue” montagne. Aveva esordito nel 1971, era stata la prima cantautrice della Vallée, ma non si esibiva più in pubblico da 27 anni, ma era comunque altamente considerata per il suo repertorio tradizionale.
Insegnante, vice presidente della biblioteca comunale della municipalità nella quale viveva, animatrice della compagnia teatrale “Lé badeun de Choueley”, tradotto “I birichini di Sorreley”, era nata ad Ivrea, ma comunque con radici a Valtournenche, si sentiva appartenente alla “VDA”, come il contrassegno della sigla automobilistica fieramente esibito attaccato al suo strumento a sei corde. Si considerava italiana pur adottando soprattutto la lingua francoprovenzale, ma ancor più si sentiva valdostana. Abitava nella frazione Sorreley di Saint-Cristophe, al confine col capoluogo regionale. I suoi funerali saranno molto partecipati (nella foto, particolare, la notizia riportata sulla “Stampa” del 22 novembre successivo).
Era moglie di Alexis Bétemps, etnologo di Saint-Cristophe, classe 1944, ritenuto il più insigne studioso di cultura popolare del comprensorio, autore di numerose pubblicazioni sul tema, che tra l’altro era stato, dal 1979, presidente del Centre d’études francoprovençales “René Willien” di Saint-Nicolas, inaugurato il 16 ottobre 1967, dal 1984 al 1996 a capo del partito politico Union Valdôtaine, fondato il 13 settembre 1945. Importante era stata l’uscita del primo disco tutto valdostano, con 8 brani intonati da Maura Susanna, di Saint-Vincent, del 1956, su testi proprio di Magui Betémps, intitolato “Fables de nous jours”. Vinile realizzato sotto l’egida dell’etichetta locale chiamata benauguratamente Ambrokal, ovvero “Mirtillo” in dialetto, con l’aiuto dell’amministrazione municipale della cittadina conosciuta soprattutto per il Casinò, recensito entusiasticamente dal già menzionato quotidiano torinese, il 24 giugno 1983.
