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19 ottobre

Oggi, ma nel 1943, al largo di Creta, nel mare Egeo, affondava la motonave da trasporto "Sinfra", mezzo civile che era stato requisito dai nazisti, che era carica di bombe da aereo della Luftwaffe e zeppa di internati militari italiani. Questi ultimi erano perlopiù reduci della divisione 51 di fanteria “Siena”, che erano stati ammassati nel campo di prigionia del porto. La "Sinfra" era diretta al Pireo. Morivano 1848 uomini dei 2mila imbarcati. La nave era stata colpita da un ordigno lanciato da un B-52 Mitchell dell’aviazione statunitense, proveniente dal Nord Africa ed attivo sul Mediterraneo. La bomba era entrata dalla ciminiera ed era esplosa nella stiva, alle 23.30 del giorno precedente, 18 ottobre. Poi un altro bombardiere americano aveva sganciato una seconda carica sulla nave (nella foto, particolare, prima dell’attacco) che prendeva fuoco. Alle 2.30 di quel 19 ottobre le fiamme innescavano le bombe d’aereo caricate a bordo generando l’enorme esplosione che sventrava lo scafo e scaraventava in acqua molti dei soldati imbarcati.

I soccorsi arriveranno in ritardo, sotto forma di pescherecci salpati dal porto dell’isola greca, solo quando si sarà smorzato l’incendio. I volontari riusciranno a recuperare solo alcuni dei malcapitati rimasti a galla o finiti alla deriva. I decessi avverranno per annegamento, per la detonazione, ma anche perché appena la  "Sinfra" prendeva fuoco i soldati germanici iniziavano a mitragliare i trasportati italici per farsi largo e tentare di salvare i connazionali, che erano una minima parte del carico umano. Tutta la triste vicenda verrà ricostruita da Donà di San Mauro, ovvero il capitano dei bersaglieri Donato Dutto, uno dei pochi superstiti -insieme a Pietro Puleio di San Mauro La Bruca di Salerno-, originario della frazione San Mauro di Boves, in provincia di Cuneo, classe 1899, nelle 240 pagine del saggio intitolato “L’affondamento della nave Sinfra. Cronache dalla guerra di Grecia 1940-1943”, che verrà pubblicato dall’editore Araba Fenice, di Cuneo, nel 2005.