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20 GENNAIO

Oggi, ma nel 1973, a Conakry, in Guinea Bissau, veniva assassinato a tradimento, dalla falange imperialista, davanti casa sua, Amilcar Cabral, di 49 anni, leader della lotta per l’indipendenza dal Portogallo della Guinea Bissau, ex francese, e delle isole di Capo verde. La sua morte, da capo della guerriglia anticolonialista, era dovuta alla delazione di Inocentio Canida, di 37 anni, capo della marina del Paigc, acronimo di Partito africano per l’indipendenza della Guinea Bissau e di Capo verde, del quale Cabral era il segretario generale.

Il traditore, reo confesso, verrà catturato. Gli esecutori materiali erano disertori dell’esercito coloniale portoghese che avevano finto di simpatizzare per il Paigc solo per infiltrarsi nelle file del movimento votato all’insurrezione. L’omicidio politico avveniva poco prima del raggiungimento della separazione del suo Paese natale dal giogo portoghese, che avverrà il 10 settembre successivo. Mentre per Capo verde e relative isole si dovrà attendere il 5 luglio 1975.

Al posto di Cabal verrà nominato, come successore, Vittorio Monteiro, di Capo Verde, anche lui laureato nella capitale portoghese, ma in Economia, nel Paigc dal 1961. Cabral era attivo contro lo sfruttamento del suo popolo dal 1952, quando era impiegato come funzionario dell’amministrazione coloniale, ma dal 1963 era passato alla lotta armata.

Cabral (nella foto, particolare, con il rivoluzionario cubano Fidel Castro, all’Avana, nel gennaio 1966), agronomo con studi compiuti a Lisbona e ispirazione marxista, aveva fondato col fratellastro Luiz Cabral e con Aristide Pereira, il Partito africano per l’indipendenza della Guinea e delle isole di Capo verde, in clandestinità, il 19 settembre 1956, ispirato alla socialdemocrazia e al nazionalismo di sinistra. Riceveva aiuti, anche economici, dall’Urss e dalla Cina.

Ma, da cattolico, aveva anche il benestare del Papa, Paolo VI, che aveva anche incontrato in udienza in Vaticano. In memoria sorgeranno diverse iniziative, tutte legate alla Guinea Bissau e a Capo verde e nel resto del mondo solo in Italia, a Bologna, all’inizio del 1974, per volontà dell’amministrazione municipale guidata dal sindaco comunista Renato Zangheri, sorgerà il Centro studi Amilcar Cabral, con sede in via San Mamolo, respiro internazionale, biblioteca da 45mila volumi, dedicato alla diffusione dei problemi di Asia, Africa e America latina.