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20 maggio

20 Maggio 2025

Oggi, ma nel 1991, in tutta Italia, avveniva il lancio nelle stazioni radiofoniche del singolo “Generazione di fenomeni”, del gruppo Stadio, pubblicato dall’etichetta discografica milanese Emi, estratto dall’album “Siamo tutti elefanti inventati”, che era la sigla di chiusura della serie televisiva di successo “I ragazzi del muretto”. Sceneggiato di carattere drammatico in onda su Rai due, dal 28 marzo di quell’anno al 2 luglio 1996, per tre stagioni, pari a 52 puntate complessivamente, per la regia di Tomaso Sherman, Paolo Poeti, Rodolfo Roberti e Roberto “Ninì” Salerno. Testo e musica erano rispettivamente di Saverio Grandi e di Gaetano Curreri. Nel b-side del disco era incisa la traccia “Bianco di gesso, nero di cuore”, con testo di Roberto Roversi e base di “Beppe” D’Onghia col già menzionato Curreri. La formazione in registrazione era composta da: Curreri, voce e tastiere; Andrea Fornilli, alle chitarre; Luca Orioli, alle tastiere; Giovanni Pezzoli, alla batteria; Alessandro Magri, alla programmazione elettronica.

Il pezzo non andrà oltre la quattordicesima posizione nella classifica settimanale tricolore dei 45 giri e il 31 dicembre successivo chiuderà la chart dei singoli al numero 33. Ma questo non impedirà alla canzone di diventare un classico della storia della musica leggera del Belpaese. E il titolo diverrà anche un modo di dire popolare: volto ad intendere una particolare categoria di persone promettenti. In particolare, dal 1994, ad opera del giornalista sportivo Iacopo Volpi dell’emittente di Stato, proprio facendo riferimento al tormentone degli Stadio, band sorta nel 1977 a Bologna, verrà utilizzata nelle telecronache come frase gergale per identificare l’ossatura della nazionale maschile di pallavolo dei ’90, che si distinguerà nei tornei europei e mondiali e a cinque cerchi (nella foto, particolare, l’opposto di Noale Andrea Zorzi, alias “Zorro”, in divisa azzurra contrassegnata dal numero 11, medaglia d’argento proprio alle Olimpiadi americane di Atlanta, il 4 agosto 1996, dopo la sconfitta 3-2 con la rappresentativa olandese) e verrà ritenuta dagli addetti ai lavori tra le compagini più forti di sempre del volley. Formazione prima coordinata dall’allenatore di origine argentina Julio Velasco, dal 1989 al 1996, poi da mister Paulo Roberto de Freitas, ossia il brasiliano “Bebeto”, dal 1996 al 1999, prima del passaggio ad Andrea Anastasi.