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20 ottobre

Oggi, ma nel 1945, a Roma, al civico 70 di piazza Vittorio Emanuele II, Angela Barruca, di 34 anni, e il figlio più piccolo, Gianni, di 3 anni, dentro il loro appartamento, venivano sgozzati dalle sorelle Lidia e Franca Cataldi, di 22 e 17 anni. Secondo alcuni addetti ai lavori Carlo Emilio Gadda, ingegnere e letterato, milanese, classe 1893, trarrà presumibilmente ispirazione da questo caso di cronaca nera, di notevole risalto mediatico nazionale, per scrivere il romanzo cult “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, ambientato nella Città eterna del 1927, che verrà pubblicato, in 5 puntate, sul bimestrale fiorentino “Letteratura”, fondato da Alessandro Bonsanti, edito da Vallecchi, nel corso di tutto il 1946, e poi raccolto in volume, dall’editore Livio Garzanti, di Milano, nel 1957.

La Barruca si era rifiutata di prestare altri soldi, abiti e cibo alle due ragazze che erano in cerca di lavoro dopo la chiusura forzata della bottega di macellaio del padre e la distruzione della loro casa di origine. Le due non avevano fissa dimora e si arrangiavano con la borsa nera. Sia la vittima, che era moglie del commerciante Pietro Belli e madre di altri due bambini che la mattina di quel 20 ottobre erano a scuola, che le assassine, erano originarie di Velletri. Poi la Barruca aveva sposato Belli ed era venuta a stare nell’Urbe, acquisendo una discreta condizione di vita, e le Cataldi erano sfollate, prima a Colleferro e poi a Cesano, nell’Agro romano, a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Fuggendo dalla scena del crimine le due sorelle Cataldi - con Franca sanguinante poiché ferita alla mano destra nel tentativo di togliere il coltello a Lidia che stava finendo il piccolo Gianni che era stato chiuso nel bagno - rubavano la pelliccia di volpe argentata di proprietà della Barruca.

L’arma del duplice delitto, un coltello da cucina a lama triangolare e manico di legno che si erano portate, verrà lasciata dalle Cataldi su un muretto vicino alla casa della mattanza e poi verrà recuperato dal portiere dello stabile, Cesare Betti. Sarà esposto nel museo criminologico romano di via del Gonfalone insieme ad altri reperti di fatti di sangue clamorosi. A scoprire l’accaduto sarà Enrico Ponzi, cugino della Barruca, che per primo entrerà nell'alloggio trovando Angela in una pozza di sangue (nella foto, particolare). Le due Cataldi verranno prese dai poliziotti, alle 12, in piazza Esedra, futura piazza della Repubblica, mentre saranno in attesa alla fermata dell’autobus diretto a Cesano. Verranno trasferite nel carcere femminile delle Mantellate, nell’ex monastero delle suore "Serve di Maria" col caratteristico lungo mantello scuro.

Il 23 ottobre Angela e Gianni verranno tumulati nel cimitero del Verano, dopo il funerale. Lidia e Franca verranno condannate in primo grado a 30 e 20 anni di reclusione oltre al pagamento di 40mila e di 20mila lire di pena pecuniaria quale risarcimento per i furti commessi. L'appello verrà respinto.