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20 settembre

Oggi, ma nel 1969, ad Atene, in Grecia, nei campionati europei di atletica leggera, IX edizione, l'azzurro Eddy Ottoz, del gruppo sportivo dell’esercito italiano, vinceva la medaglia d'oro nei 110 metri ad ostacoli. Sarà l'unico azzurro a conquistare il riconoscimento del metallo più pregiato in quella manifestazione. Ottoz era allenato dal padre della moglie Lyana Calvesi, Alessandro “Sandro” Calvesi, di Cigole, in quel di Brescia, del 1913, tecnico federale per gli ostacoli, le prove multiple e i salti con l’asta.

Ottoz, che gareggiava con gli occhiali da vista, (nella foto, particolare, in azione, dall'archivio storico Fidal), classe 1944, nato a Mandelieu-la-Napoule, in Francia, nel dipartimento delle Alpi marittime, da padre originario di Ginod, in Valle d'Aosta, e madre transalpina, nel 1964, quando aveva 20 anni, era arrivato quarto, sfiorando il podio, alle olimpiadi di Tokyo, XVIII edizione, disputate dal 10 al 24 ottobre. Podio poi centrato, con la medaglia di bronzo, alle olimpiadi di Città del Messico 1968, dal 12 al 27 ottobre, quelle note per il pugno guantato di nero alzato al cielo, nella cerimonia di premiazione dei 200 metri piani, degli atleti statunitensi di origine afro-americana Tommie Smith e John Carlos, in segno di protesta contro la discriminazione razziale negli Usa.

Ad Atene Ottoz confermava la sua prima piazza, che si era già aggiudicata agli europei precedenti, quelli di Budapest, VIII edizione, disputati dal 30 agosto al 4 settembre 1966. Anche negli europei al coperto Ottoz era riuscito già ad appendere la medaglia aurea al collo, per ben tre volte, ma non nei 110 metri ad ostacoli che erano e rimarranno la sua peculiarità: a Dortmund, in Germania, nel 1966, nei 50 metri ad ostacoli; a Praga, in Repubblica Ceca, nel 1967, nei 50 metri ad ostacoli; a Madrid, in Spagna, nel 1968, nei 50 metri ad ostacoli. Era, inoltre, stato oro alle universiadi di Budapest del 1965, nei 110 metri ad ostacoli, e a quelle di Tokyo del 1967, sempre nei 110 metri ad ostacoli. Pur non essendo velocissimo in assoluto, con 10.7 nei 100 metri piani, Ottoz era ritenuto tecnicamente perfetto nelle gare e il suo passaggio dell’ostacolo era e sarà preso come modello per generazioni di specialisti, sia in Italia -a cominciare dal figlio Laurent Ottoz, di Brescia, del 1970- che fuori dal Belpaese.