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21 gennaio

Oggi, ma nel 1988, a Montecarlo, nel principato di Monaco, il pilota francese Bruno Saby, di origine italiana, di 39 anni, vinceva l’edizione numero 56 del Rally di Montecarlo, su Lancia Delta HF 4WD del team ufficiale Martini Lancia. Il risultato arrivava insieme al navigatore transalpino Jean-Francois Fauchille.

La coppia bissava il risultato da gradino più alto del podio conseguito l’anno precedente, 1987, quando, il 22 gennaio, Miki Biasion, col secondo Tiziano Siviero, aveva compiuto l’impresa analoga, sulla stessa vettura e per la stessa scuderia. Si allungava la lista degli assi e bolidi trionfanti legati al Belpaese nell'appuntamento del principato. A cominciare dal navigatore Ciro Basadonna, nell'edizione del 1954, con la guida affidata al monegasco Louis Chiron, su Lancia Aurelia B20 GT, per arrivare a Sandro Munari, coadiuvato da Mario Mannucci, nel 1972, su Lancia Fulvia 1.6 coupè HF, e poi nel 1975, sempre Munari e Mannucci, su Lancia Stratos HF, ed ancora Munari con Silvio Maiga, nel 1976 e nel 1977, ancora su Lancia Stratos HF. Quel 21 gennaio 1988 anche la seconda piazza monegasca era per la Lancia Delta HF 4WD, ma portacolori del Jolly club di Milano, con l’equipaggio composto da Alessandro Fiorio, al volante, e Luigi Pirollo alle mappe.

Con lo stesso compagno d’auto, Saby, nel 1986, il 3 maggio, aveva fatto suo già il Tour de Corse, valido come 30° rally di Francia, corso a bordo di Peugeot 205 turbo 16 E2. Era la prova che verrà ricordata, tristemente, nella storia dell'automobilismo mondiale per l’incidente mortale occorso al finlandese Henry Toivonen insieme con lo statunitense Sergio Cresto, su Lancia Delta S4. Nel 1993, Saby, il 16 gennaio, si aggiudicherà l’edizione numero 15 della Parigi-Dakar, con Dominique Serieys, a bordo di Mitsubishi Pajero, nella categoria auto. Sarà lo stesso raid che vedrà Francesco Perlini tagliare per primo il traguardo, nel segmento camion, col suo Perlini 105F Red Tiger, uscito dall’azienda fondata dal padre Roberto Perlini nel 1957 a San Bonifacio di Verona, ripetendo il gran colpo assestato già l’anno prima, quando era salito sul gradino più alto del podio, il 16 gennaio 1992.