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22 aprile

Oggi, ma nel 1953, a Torino, nella giornata di precedente all’apertura della 35ª edizione del Salone internazionale dell’automobile, veniva presentata la Isetta, microvettura della Iso di Bresso, in quel di Milano. Era il debutto nel settore automobilistico della società di Renzo Rivolta, specializzata in impianti di refrigerazione per uso sia industriale che privato. A seguire le difficoltà del secondo dopoguerra, la “bubble car” diverrà un mezzo che si posizionerà a metà strada tra la Vespa Piaggio o la Lambretta Innocenti e la Topolino Fiat.

La nuova creatura (nella foto, particolare, la pubblicità che sottolineava lo scarso consumo di carburante) stata concepita da Ermenegildo Preti e Pierluigi Raggi. La soluzione aveva tre ruote, motore monocilindrico due tempi, di 198 cm cubi di cilindrata, di derivazione motociclistica dalla Iso 200. Le dimensioni erano: 2250 millimetri di lunghezza, 1340 di larghezza, 1320 di altezza. Tra le singolarità vi erano l’accensione a spinterogeno e il piantone dello sterzo solidale con la portiera anteriore, ovvero l’unica, per facilitare l’ingresso e l’uscita di conducente e passeggero. I posti a sedere, su una semplice panchetta, erano infatti due. Ma spazioso era il vano di carico. Non particolarmente brillante in salita, riusciva tuttavia a sfiorare gli 85 chilometri all’ora in pianura. Verrà prodotta fino al 1956, nella versione italiana. Dal 1955 al 1962, verrà costruita, prevalentemente per il mercato estero, su licenza Iso, dalla tedesca BMW, ma avrà alcuni dettagli modificati. La cilindrata salirà a 250, al posteriore avrà due ruote, benchè sfalsate rispetto alle anteriori.

L’Isetta, che uscirà dallo stabilimento di Monaco di Baviera, contribuirà significativamente al salvataggio del marchio tedesco che si troverà in pessime condizioni economiche. Sia gli esemplari assemblati nel Belpaese che quelli germanici diverranno pezzi di pregio ambiti dai collezionisti di auto d’epoca.