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22 Settembre

Oggi, ma nel 1946, ad Alia, in provincia di Palermo, ignoti, che resteranno tali, lanciavano una bomba a mano, di tipo Breda, all'interno della casa del segretario cittadino della Camera del lavoro, Giuseppe Maggio, nel locale al piano terra, dove si stava svolgendo una riunione di contadini. L'ordigno uccideva Giovanni Castiglione, di Comitini di Agrigento, e Girolamo Scaccia, di Alia. Insieme ai due morti rimanevano feriti 13 rurali. Alcuni erano stati raggiunti da fucilate sparate attraverso la finestra i cui vetri erano stati frantumarti dalla granata che non era scoppiata subito, ma aveva centrato Castiglione, che era anche vice segretario della locale lega agraria, alla schiena. In un clima di omertà, per il duplice omicidio dei due sindacalisti della terra non ci saranno colpevoli assicurati alla giustizia. Tra i feriti i più gravi erano Giacchino Gioiello e Filippo Ditta. I braccianti, spinti dalla necessità di sussistenza, soprattutto in Sicilia, stavano preparando, in quella assemblea, l'occupazione dei feudi Rigiura e Vaccotto, gestiti da gabelloti mafiosi, per assegnarli alla loro cooperativa: in attuazione dei famigerati decreti, emanati il 19 ottobre 1944, sotto la dicitura "concessione ai contadini delle terre incolte", che erano stati studiati e messi a punto dal "ministro dei contadini", come era soprannominato per la sua azione in favore del miglioramento delle condizioni dei lavoratori dei campi soprattutto nel Mezzogiorno, il comunista calabrese Fausto Gullo (nella foto, durante un comizio elettorale). Gullo, dal 2 aprile '44 all'1 luglio '46, era stato titolare del dicastero dell'Agricoltura, nel terzo governo guidato dal socialista democratico Ivanoe Bonomi. Il ministro Gullo aveva tentato con questi "suoi" provvedimenti di apportare, in teoria, un contributo che comunque, a prescindere dalla reale applicazione, rimarrà nella storia dello sviluppo agrario del Belpaese. Ovvero provare a spezzare il secolare latifondo, per lo più a controllo malavitoso, perdurante nell’Italia meridionale. Aspetto ritenuto tra le principali cause del sottosviluppo non solo nell'isola, ma anche in Campania, Calabria, Puglia e Basilicata. Le due vittime erano tristi continuatori del macabro elenco di sindacalisti fatti fuori dalle organizzazioni criminali, a cominciare dal 14 ottobre 1905, quando, a Corleone, in provincia del capoluogo siciliano, in contrada San Marco, era stato assassinato, a colpi di lupara, il socialista e leader delle lotte bracciantili del tempo, Luciano Nicoletti, originario di Prizzi, sempre nel palermitano, reo di aver tentato di ottenere le "affittanze collettive", speciali trovate necessarie per poter assicurare almeno un fazzoletto di terra a ciascun lavoratore.

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