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23 febbraio

Oggi, ma mel 1832, a Torino, sul copricapo dei carabinieri reali compariva per la prima volta la granata con fiamma al vento, spostata da un lato, a 13 punte (nella foto), che diverrà il principale simbolo dell'Arma, dopo la carabina d'ordinanza. Originariamente era metallica, in color argento, ma dal 1935 diverrà anche dorata, a seconda della gerarchia. Poi arriverà anche la versione in stoffa. Nella previsione del 1832 era disciplinata dal regolamento generale delle uniformi in quel modo per tutti, ufficiali, marescialli, carabinieri semplici e allievi.

Per i generali verrà successivamente prevista l'aquila sormontata da allori, sempre con il monogramma IR, come nella granata. Nei 19 anni precedenti il 1832, cioè dalla fondazione, al posto della bomba a mano c'era stata come fregio una ganza argentea, fermata da un bottone che sovrastava una nappa di colore turchino, che poi, nel 1849, verrà sostituita dal tricolore italiano.

In araldica la granata - comune a molti corpi militari, come ad esempio ai granatieri, ma con la fiamma verticale - rappresentava e rappresenta il simbolo di valore e contemporaneamente di modernità tecnica. Nella iconografia l'ordigno, come quello lanciato a mano dai possenti soldati del XVII e XVIII secolo, era costituito da una voluminosa pignatta metallica tonda, con due manici, riempita di polvere da sparo, con un foro centrale nella sommità dal quale fuoriusciva la miccia corta infiammata.