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23 Febbraio

Oggi, ma nel 1902, a Genova, nella cerimonia d'inaugurazione dell'incrociatore corazzato Giuseppe Garibaldi della regia Marina militare, veniva recitata per la prima volta la Preghiera vespertina per gli equipaggi della regia Marina da guerra, composta dal poeta Antonio Fogazzaro nel 1901. Il comitato delle dame genovesi, presieduto dalla marchesa Eleonora Pallavicini Barraco, aveva fatto dono alla nuova nave di una bandiera, sulla quale, per volere del sodalizio, era stato ricamato il testo del componimento di Fogazzaro. Il comandante del Garibaldi, il capitano di vascello Cesare Agnelli, colpito dalle parole della preghiera, chiederà ed otterrà dal ministro della Marina, l'ammiraglio Costantino Morin, l'autorizzazione a recitarla sulla nave prima dell'ammainabandiera, quando si troverà alla fonda nella rada di Gaeta. Diverrà una consuetudine e nel 1909 la Preghiera Vespertina diverrà per tutti la Preghiera del marinaio italiano e ne diverrà obbligatoria la lettura a bordo.

Queste le parole: «A Te, o grande eterno Iddio, Signore del cielo e dell'abisso, cui obbediscono i venti e le onde, noi, uomini di mare e di guerra, ufficiali e marinai d'Italia, da questa sacra nave armata della Patria leviamo i cuori. Salva ed esalta, nella Tua fede, o gran Dio, la nostra Nazione. Dai giusta gloria e potenza alla nostra bandiera, comanda che la tempesta ed i flutti servano a lei; poni sul nemico il terrore di lei; fai che per sempre la cingano in difesa petti di ferro, più forti del ferro che cinge questa nave, a lei per sempre dona vittoria. Benedici, o Signore, le nostre case lontane, le care genti. Benedici nella cadente notte il riposo del popolo, benedici noi che, per esso, vegliamo in armi sul mare. Benedici!».

Il testo, negli anni, assecondando il corso dei mutamenti politici nazionali, passerà dal riferimento al re, inserito da Fogazzaro, a quello al Duce, nel Ventennio fascista, per arrivare al definitivo Patria, sistemato nel 1946. In origine Fogazzaro, vicentino, classe 1842, autore, nel 1895, per la libreria editrice Galli di Milano, del suo lavoro letterario più conosciuto, Piccolo mondo antico, nominato senatore del regno d'Italia il 25 ottobre 1896, era stato invitato dal vescovo di Cremona, monsignor Geremia Bonomelli, suo amico, a vergare un breve testo che favorisse lo spirito religioso dei marinai italiani. L'alto prelato, a sua volta, aveva accolto la richiesta fatta pervenire dal comandante in seconda del Garibaldi, Gregorio Ronca. Quella di ottenere una preghiera «che fosse scritta in termini più militari che ecclesiastici e che potesse essere letta anche da un ufficiale senza che venisse menomata la sua figura di soldato e di conduttore di uomini». Richiesta che nasceva dalla particolare esigenza di provvedere alla soppressione dei cappellani militari. Perché, infatti, dopo dopo la presa di Roma del 1870, e la conseguente prova di forza intercorsa tra Chiesa e regno sabaudo, era stata abolita l’assistenza religiosa dalle forze armate, con una normativa che, dal 1878, durerà fino al 1915. Nel gennaio 1928, ben dopo la morte di Fogazzaro, avvenuta il 7 marzo 1911, il manoscritto autografato verrà donato alla regia Marina, da parte della contessa Carolina Colleoni Giustiniani Bandini, attraverso il grand'ammiraglio Paolo Thaon di Revel. Il cimelio verrà custodito nell'archivio dell'Ufficio storico della Marina, a Roma. La Preghiera del marinaio verrà letta, oltre che prima dell’ammainabandiera in navigazione, anche al termine delle messe officiate non solo a bordo, ma anche nelle caserme e negli stabilimenti della Marina e alla conclusione delle funzioni religiose celebrate in suffragio di marinai caduti. Il 4 dicembre 2002, in occasione del centenario della Preghiera del marinaio, da Roma San Pietro, Poste italiane emetteranno lo speciale annullo filatelico (nella foto, particolare), su cartolina, della Marina militare, con tramonto al fronte.

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