TODAY

23 febbraio

Oggi, ma nel 1940, usciva nelle sale cinematografiche americane il secondo film della Walt Disney, Pinocchio, adattamento per il grande schermo della fiaba italiana, scritta dal giornalista fiorentino Carlo Lorenzini “Collodi”, datata 1881. La sceneggiatura Disney era di Aurelius “Aurie” Battaglia, figlio di immigrati di Cefalù, in quel di Palermo. Era la prova numero due del colosso dell’animazione a stelle e strisce dopo il successo del 1937, arrivato con Biancaneve e i sette nani. L’anteprima di Pinocchio c’era stata a New York, il 7 febbraio precedente e la reazione del pubblico era stata tiepida. Arriverà nelle sale del Belpaese il 5 novembre 1947. Il doppiaggio italiano sarà diretto da Mario Almirante, su testi adattati da Roberto De Leonardis e Alberto Liberati, e verrà realizzato negli stabilimenti Fono Roma, dalla Cooperativa doppiatori cinematografici.

Nonostante la spesa di realizzazione, di 2.289.247 dollari, raddoppiata rispetto a quella affrontata per girare Biancaneve, Pinocchio (nella foto, particolare, nella scena il burattino col naso allungato a causa delle bugie dette anche al Grillo parlante) negli States non incasserà quanto sperato dagli investitori. Cosa che, invece, non avverrà in Italia, dove la risposta ai botteghini sarà notevole, anche per rispetto verso i natali della storia del figlio di legno di Geppetto.

Negli Usa tuttavia Pinocchio conquistava l’Oscar 1941, come migliore colonna sonora, per il lavoro di Leigh Harline, Paul Smith e Ned Washington, e quale migliore canzone, per il brano Una stella cade, di Harline e Washington. Nello stesso 1947, la cinematografia tricolore sfornava il film Le avventure di Pinocchio, del regista Giannetto Guardone, con l’attore bambino Alessandro Tomei. Era la seconda versione italica, dopo quella risalente al 1911, di Giulio Antamoro “Gant”, col burattino interpretato da Ferdinand Guillaume, detto “Polidor”. Il confronto tra l’opera uscita dagli studi Disney di Burbank in California, che in più punti reinterpreterà il testo di Collodi, e quella di Guardone, per Minerva film di Roma, che seguirà molto fedelmente la versione originale, scatenerà la critica cinematografica nazionale decretando il maggior successo della versione a stelle e strisce.