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24 Aprile

Oggi, ma nel 1950, a Brescia, Giannino Marzotto, rampollo della industria tessile di Valdagno, in provincia di Vicenza, fondata come lanificio nel 1836 da Luigi Marzotto, vinceva la diciassettesima edizione della Mille miglia automobilistica guidando la Ferrari 195 sport touring berlinetta Le Mans, contrassegnata dal numero di gara 724, della scuderia Ferrari ufficiale, affiancato dal navigatore Marco Crosara (nella foto, i due mentre tagliavano il traguardo). Nella competizione iniziata il giorno precedente, 23 aprile, si erano presentati al via anche altri tre fratelli di Giannino: Paolo, Vittorio e Umberto, che si schiantava, tutti su Ferrari, ma non ufficiali appartenenti al reparto corse aziendale Marzotto. Sul secondo gradino del podio della Mille miglia '50 si accomodava Dorino Serafini, su Ferrari 195 s barchetta touring, sempre della scuderia Ferrari ufficiale, quindi compagno di team del conte Giannino, con accanto Ettore Salani. Juan Manuel Fangio, l'argentino di origini abruzzesi -padre Loreto di Castiglion Messer Marino, in provincia di Chieti e madre, Erminia D'Eramo, di Tornareccio, sempre in quel di Chieti-, su Alfa Romeo 6c 2500 competizione berlinetta, con accanto Augusto Zanardi, del team del Biscione, giungeva in terza posizione. Giannino Marzotto, classe 1928, di Valdagno, figlio di Gaetano Marzotto junior, che aveva iniziato a correre nel 1948 ed era legato da profonda amicizia ad Enzo Ferrari, chiudeva i 1645 chilometri del percorso Brescia-Roma-Brescia in 13 ore e 39 minuti. Si aggiudicherà anche la Mille miglia del 26 aprile 1953, al volante della Ferrari 340 MM Vignale, iscritta in gara col numero 547, sempre con Crosara come secondo, concludendo in 10 ore e 37 minuti il solito tragitto Brescia-Roma-Brescia. L'imprenditore Giannino Marzotto verrà ricordato, in questo suo doppio trionfo alla Mille miglia, anche per aver guidato in doppiopetto e cravatta non volendo indossare la tuta da pilota.

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