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24 luglio

Oggi, ma nel 2008, a Vertova, in provincia di Bergamo, Ali Ndiogu, operaio senegalese di 40 anni, uccideva, con 30 coltellate inferte al petto e alla gola, Maria Grazia Pezzoli, di 45, imprenditrice, nello studio al piano terra della sua abitazione di via Cinque martiri 65. L'assassino, ex dipendente, dal 2000 al 2004, della ditta Val.Cop., specializzata in lavori di copertura, posa di tavole a vista e di lamiere, della quale la vittima era titolare insieme al consorte Giuseppe Bernini (nella foto, particolare, moglie e marito). Era stato proprio Bernini, di ritorno da un lavoro in un cantiere edile nel milanese, a scoprire il cadavere della donna riverso in una pozza di sangue. L’arma del delitto, presumibilmente un coltello da cucina, invece, non verrà recuperata.

Il killer, in Italia da 10 anni, residente a Leffe, sempre in quel di Bergamo, verrà arrestato il 29 agosto successivo. Avrebbe agito perché accecato dall’ira per non aver ricevuto compensi arretrati dopo il licenziamento, oltre a non aver intascato la somma che attendeva a titolo di risarcimento per un infortunio di lavoro verificatosi nel 2003, per una cifra complessiva di 48mila euro. Soldi che sarebbero dovuti servire anche per mantenere la sua famiglia rimasta in Senegal. E per la vertenza di lavoro era in corso la causa davanti al tribunale del lavoro di Bergamo.

Il 21 marzo 2011 la Corte d’assise d’appello di Brescia confermerà la condanna di primo grado, del 27 novembre 2009, per Ndiogu - professatosi sempre innocente - a 22 anni e 6 mesi di reclusione. Sentenza che diverrà definitiva, dopo il passaggio in Corte di cassazione, il 27 marzo 2013. Ndiogu sarà tenuto anche al pagamento di 80mila euro, a titolo di risarcimento, a Bernini per la perdita della moglie.

Ad incastrare il sicario sarà il test del dna attraverso gli esami scientifici, effettuati dai carabinieri del Ris di Parma, su un lembo di jeans, intriso di sangue della vittima, rinvenuto ad Albino, in quel di Bergamo, luogo abituale di ritrovo degli extracomunitari del comprensorio. Nel 2006, in un cantiere di Pontevico, nel bresciano, Ndiogu aveva rubato il borsello di Bernini, contenente soldi, e per quest'altro reato verrà condannato ad ulteriori 9 mesi di cella. L’omicidio Pezzoli sarà, per la piccola comunità di Vertova, costellato di altri decessi, ritenuti fortuite coincidenze, ma che aggiungeranno macabri dettagli a tutta la vicenda. Ovvero: l’incidente mortale, del 6 agosto 2008, al dipendente senegalese Dame Niang, di 37 anni, testimone nel processo Pezzoli, che cadrà dal tetto di un capannone a Trebaseleghe, in quel di Padova; il venir meno di un altro testimone, il bergamasco Gianluca Rossi, di 33, che fino al 2001 lavorava sempre alla Val.Cop, che, l’11 agosto di quel 2008, verrà trovato impiccato nei boschi della Val Seriana, a Cornale, frazione di Pradalunga, in quel di Bergamo, nello stesso giorno nel quale era stato interrogato, a Bergamo, dal pubblico ministero Carmen Pugliese.