24 maggio

Oggi, ma nel 2014, ad Andreevka, in Ucraina, il fotoreporter italiano Andrea “Andy” Rocchelli, di Pavia, classe 1983, quindi di 31 anni, freelance del collettivo di fotografi indipendenti “Cesura”, veniva ucciso, verosimilmente da un proiettile di mortaio esploso non accidentalmente, dalla collina Karachun, dal soldato della Guardia nazionale ucraina Vitalij Markiv, mentre era intento a documentare il conflitto in Donbass. L’arma utilizzata era, presumibilmente, il “2B9 Vasilek”, mezzo automatico capace di sparare quattro colpi in sequenza.
Con Rocchelli (nella foto, particolare, il volto del malcapitato su un manifesto affisso in occasione dei 10 anni dall’omicidio, il 24 maggio 2024) veniva fatto fuori contestualmente anche l'attivista per i diritti umani e interprete ucraino Andrej Mironov. Nel frangente veniva ferito pure il fotoreporter francese William Roguelon. Dal caso Rocchelli verrà fuori un iter processuale tortuoso, caratterizzato da enormi implicazioni politiche di livello internazionale, e comunque destinato a causare enorme clamore mediatico.
Le indagini della magistratura del Belpaese, col supporto di militari del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, si concluderanno il 28 febbraio 2018 e punteranno ad individuare il crimine di guerra. Il 12 luglio 2019 Markiv, infatti, verrà condannato, in primo grado, dalla corte penale di Pavia, a 24 anni di reclusione.
Ma, il 3 novembre 2020, lo stesso verrà assolto dalla corte d’appello di Milano “per non aver commesso il fatto”. Inoltre, il 9 dicembre 2021, verrà ritenuto inammissibile il ricorso in Corte di cassazione. Ciò confermerà la sentenza di secondo grado e quindi il delitto non avrà un colpevole assicurato alla giustizia. Il 14 febbraio 2022 Rocchelli verrà riconosciuto dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia con la tessera consegnata alla memoria.