Pironi sorpassa Villeneuve nell'ultimo giro del GP di San Marino, a Imola, il 25 aprile 1982

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25 aprile

Oggi, ma nel 1982, a Imola, nel circuito Dino Ferrari, nel gran premio automobilistico di San Marino di formula 1, nella quarta prova della stagione agonistica del mondiale, si consumava l'affronto del francese di origine italiana Didier Pironi, su Ferrari, verso il compagno di scuderia, il canadese Gilles Villeneuve, ugualmente su Ferrari. Dopo una battaglia di sorpassi Pironi, classe 1952, senza rispettare l'ordine proveniente dai box di non mettere a rischio le vetture esagerando nelle prestazioni, all'ultimo giro, giunto al Tamburello, si portava all'esterno di Villeneuve, del 1950, per passarlo nella curva seguente (nella foto, il momento incriminato, con entrambe le Ferrari 126 C2 appaiate, col numero 27 quella di Villeneuve e col frontalino 28 quella di Pironi) tagliando per primo il traguardo.

Villeneuve, dopo essersela presa con Pironi, che considerava un amico anche al di fuori della pista, si infuriava con Marco Piccinini, direttore sportivo della squadra della rossa di Maranello, dicendogli apertamente di trovarsi un altro pilota. Ciò che accadeva a Imola era destinato ad entrare nella storia non solo della Ferrari, ma più in generale della formula 1. In quel frangente Villeneuve dichiarava al giornalista Cristiano Chiavegato, del quotidiano Stampa sera di Torino, per l'edizione che sarà in edicola il 26 aprile successivo: «Credevo di avere un amico, un onesto compagno di squadra, invece è un imbecille [...]. Potevo dargli due giri di distacco, ma avevo guidato con prudenza perché sapevo che alla Ferrari ci tenevano a portare tutte e due le macchine al traguardo [...]. Al box hanno esposto 11 cartelli "slow", che significa andare piano. Avevamo un vantaggio incolmabile. Ma lui mi ha nuovamente attaccato. Lui spingeva, tirava al massimo. Avevo il timore di finire la benzina, cercavo di controllare la situazione. A ogni giro vedevo il cartello della Ferrari che indicava di non forzare. Didier mi passa ancora. Mi viene un nervoso incredibile. Allora forzo e, rischiando di finire fuori strada, gli vado davanti. Prima aveva frenato troppo presto, e quasi lo tamponavo. Poi non mi ha centrato per un millimetro. Il motore non rendeva al massimo ed alla fine me lo sono visto sfrecciare all'interno. Non credevo al miei occhi. Un comportamento da bandito».

Villeneuve cercherà di avere la sua ragione direttamente con Enzo Ferrari, ma il Drake, che pure considerava Villeneuve il suo pupillo, farà intendere che il suo interesse fosse soprattutto di vedere la doppietta Ferrari: indipendentemente da chi fosse il primo e chi il secondo tra i due corridori a tagliare il traguardo. Questo segnerà lo strappo tra il pilota canadese e la Ferrari. E prenderanno a girare le voci sul possibile passaggio di Villeneuve alla Williams, a fine stagione. Cambio di macchina che non avverrà perché Villeneuve morirà, nell'ospedale Saint Raphael di Lovanio, in Belgio, l'8 maggio successivo, dopo essersi schiantato, a 227 chilometri all'ora, in seguito al contatto con la March di Jochen Mass, nelle qualifiche per il gran premio del Belgio, sul circuito di Zolder, sempre sulla Ferrari 126 C2.

In quella tappa belga del mondiale Villeneuve aveva in animo di ottenere il suo riscatto, dimostrando di essere lui la prima guida della Ferrari. Dopo il decesso una larga fetta dell'opinione pubblica prenderà ad incolpare Pironi, ritenuto un bravo pilota, ma niente di più, quale responsabile morale della scomparsa di un campione come Villeneuve, reputato un fuoriclasse, enormemente apprezzato per lo stile di guida esuberante e spericolato. Il 7 agosto 1982, durante le prove in vista del gran premio di Germania, sul tracciato di Hockenheim, Pironi avrà l'incidente che solo per un soffio non lo porterà all'amputazione delle gambe, ma che comunque lo costringerà a dire addio alle corse nella massima divisione motoristica a quattro ruote.