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25 ottobre

25 Ottobre 2025

Oggi, ma nel 1962, a Midtown Manhattan di New York, nel palazzo di vetro, sede del segretariato dell’Organizzazione delle Nazioni unite, durante la sessione d’emergenza del Consiglio di sicurezza convocato per affrontare la “Crisi dei missili di Cuba”, iniziata il 14 ottobre precedente, Adlai Stevenson, esponente del Partito Democratico con il ruolo di rappresentante permanente per gli Usa all’Onu dal 23 gennaio 1961, smentiva duramente Valerian Zorin, vice ministro degli Affari esteri dell’Unione sovietica, che, incalzato, continuava a negare la presenza di congegni balistici a raggio sia medio che intermedio, di tipo R-5M e R-12, dell’Urss installati nell’isola di Fidel Castro, mostrando fotografie inequivocabili degli impianti di lancio.

L’episodio - che poi rientrerà e comporterà sia il ritiro dei missili sovietici “cubani”, il 28 ottobre 1962, ma anche, il 5 gennaio 1963, di quelli a stelle e strisce piazzati in Italia e in Turchia - rischiava, nel contesto della guerra fredda, di far scoppiare il conflitto armato, di portata nucleare, tra le due massime potenze referenti dei blocchi politici planetari contrapposti (nella foto, particolare, la vignetta che ritraeva il braccio di ferro, proprio sull’argomento, tra i due vertici di Stato, il presidente del Consiglio dei ministri dell’Urss Nikita Sergeevič Chruščëv e il 35° leader americano John Fitzgerald Kennedy). E con gli States in netto vantaggio in quanto a forza di fuoco. Anche grazie ai 30 PGM-19A Jupiter, a testata termonucleare, presenti nel Belpaese.

Che erano dislocati in dieci basi, controllate dalla 36ª Aerobrigata interdizione strategica dell’Aeronautica militare tricolore, tra Puglia e Basilicata. Ovvero: a Gioia del Colle, in quel di Bari; a Mottola, in provincia di Taranto; a Laterza, sempre nel tarantino; ad Altamura, sia alta che bassa, nel barese; a Gravina di Puglia, ancora in quel di Bari; a Spinazzola, nel territorio dell’amministrazione provinciale di Barletta-Andria-Trani; ad Irsina, in quel di Matera, ad Acquaviva delle Fonti, sempre nel barese; e a Matera. Tra l’altro la tensione globale era già alle stelle: il giorno antecedente alla sfuriata di Stevenson, il 24 ottobre, proprio “JFK” aveva imposto il blocco navale a Cuba - che era già sotto embargo, dal 7 febbraio di quel 1962, dopo il fallito tentativo della Cia di rovesciare il regime castrista con l’invasione alla Baia dei porci, a Playa Girón, del 17-19 aprile 1961 - per impedire lo sbarco di ulteriori missili contrassegnati dalla stella rossa.