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26 dicembre

Oggi, ma nel 1947, a Roma, per la prima volta veniva reso ufficiosamente festivo dal governo italiano, che per la quarta tornata consecutiva era presieduto dal democristiano Alcide De Gasperi, il giorno di Santo Stefano. La motivazione era quella di prolungare la chiusura delle attività lavorative pubbliche e private dopo il Natale, come già accadeva, proprio dal 7 aprile di quel 1947, nel caso del Lunedì dell'angelo, informalmente pasquetta, nelle 24 ore dopo la Pasqua, per ricordare l'incontro dell'angelo con le donne giunte al sepolcro di Gesù.

Prima del 26 dicembre '47 quello di santo Stefano era un normale giorno lavorativo. Il provvedimento giungeva nonostante non vi fosse stata l'esplicita richiesta da parte della chiesa cattolica, con Papa Pio XII in testa, ovvero rendere il giorno "di precetto", pur essendo universalmente nota l'importanza della ricorrenza religiosa dedicata a Stefano protomartire, uno dei sette diaconi di Gerusalemme scelti dalla comunità cristiana affinché aiutassero gli apostoli nel ministero della fede. Che le Chiese orientali hanno sempre onorato il 27 dicembre e non il 26. Stefano verrà ritenuto il primo cristiano ad aver dato la vita per testimoniare la propria fede in Cristo e per implementare la diffusione del Vangelo. Il suo martirio, avvenuto per lapidazione (nella foto, particolare del dipinto del pittore rinascimentale veneziano Lorenzo Lotto, La lapidazione di santo Stefano, olio su tavola di 51 x 97 centimetri, databile 1513-1516, conservato della pinacoteca dell'Accademia Carrara di Bergamo, che originariamente era una delle tre predelle della Pala Martinengo, collocata nella chiesa bergamasca dei santi Bartolomeo e Stefano), nel 36 dopo Cristo, in un giorno imprecisato, dopo essere stato accusato e condannato dal Sinedrio di Gerusalemme, in base alla legge mosaica, di blasfemia, era stato descritto negli Atti degli apostoli.

L'uccisione era avvenuta alla presenza di Paolo di Tarso, Saulo, poco prima della conversione occorsa sulla via che da Gerusalemme lo avrebbe condotto a Damasco per organizzare la repressione dei cristiani del posto. Il 26 maggio 1949, con l'articolo 2 della legge numero 260, poi pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana, numero 124, del 31 maggio successivo, la festività del 26 dicembre verrà sancita ufficialmente anche dalla normativa tricolore, intitolata "Disposizioni in materia di ricorrenze festive".

Il giorno di Santo Stefano diverrà così festa nazionale, anche nel Belpaese, come già in Austria, Città del Vaticano, Croazia, Danimarca, Germania, Irlanda, Romania, San Marino e Svizzera italiana.