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26 dicembre

Oggi, ma nel 1982, a Palermo, fuori dal condominio posto al civico 26 di via Salvatore Cappello, venivano uccisi, da sicari del clan dei corleonesi, Gaspare e Michele Ficano, padre e figlio. I cadaveri venivano lasciati in due macchine: il primo in una Fiat Ritmo e il secondo in una 127 sempre della casa automobilistica torinese. La moglie di Gaspare nonché madre di Michele, Rosa Calabrese, che era a bordo della 127, riusciva a salvarsi dall’agguato mafioso scattato quando era da poco passata la mezzanotte che separava il Natale da Santo Stefano.

Il duplice omicidio rientrava nella guerra tra cosche malavitose contrapposte scattata dopo che la sorella di Michele e figlia di Gaspare, Rosa Ficano, avesse fatto la “fuitina”, la fuga d’amore con Giovanni Greco, detto “Giovannello” (nella foto, particolare). Quest’ultimo, classe 1956, rampollo di Cosa nostra, fedelissimo di Stefano Bontate, grande capo mafioso assassinato il 23 aprile 1981, chiamato “principe di Villagrazia”, era rientrato di nascosto nel capoluogo siciliano dalla latitanza in Brasile. L’esecuzione dei due Ficano, che rientrava nella seconda guerra di mafia, iniziata nel 1981 e che terminerà nel 1984 con la vittoria dei corleonesi dopo oltre mille vittime, si sommava alle uccisioni, avvenute sempre quel 26 dicembre 1982, di Giuseppe Genova, Antonino e Orazio D’Amico.

La scia di sangue faceva parte della strategia della “terra bruciata” che Salvatore “Totò” Riina, Bernardo Provenzano e Leoluca Bagarella stavano portando avanti contro Giovannello, ritenuto il “re degli scappati” palermitani, ovvero quella frazione di mafiosi fuggiti dal capoluogo di regione per evitare di essere massacrati dalla furia omicida dei corleonesi. Un’operazione minuziosa, quella contro Giovannello, portata avanti per stanarlo e togliergli qualsiasi supporto logistico a Palermo e dintorni.

Per lo stesso motivo, il 27 dicembre verrà freddato anche Paolo Amodeo e il 29 verranno fatti fuori pure Vincenzo e Antonino Buscetta. Sempre per accerchiare Giovannello Greco, l’8 febbraio 1983, a Fort Lauderdale, in Florida, verranno giustiziati Giuseppe Romano, alias “L’americano”, e Giuseppe Tramontana. Il 16 marzo di quell’anno, sempre a Palermo, toccherà morire anche a Giovanni Amodeo. Giovannello Greco si costituirà in Spagna e il 14 maggio 2002 verrà estradato in Italia. Quindi verrà messo in cella per associazione mafiosa, dopo essere stato scagionato dal tentato omicidio di Pino Greco, conosciuto come Scardapuzzedda”, episodio risalente al 25 dicembre 1982, noto come la “tufiata", la sparatoria, di Ciaculli, e sconterà 7 anni di prigione. Tornerà in libertà il 15 settembre 2009.