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28 luglio

28 Luglio 2025

Oggi, ma nel 1944, in località Castello, nella parte alta di Follo, in provincia della Spezia, nel contesto della fase terminale del secondo conflitto mondiale i nazifascisti davano alle fiamme, per rappresaglia, dieci case del centro storico, ritenuto covo di partigiani, uccidendo due abitanti. In particolare le SS credevano che vi fossero nascosti aderenti alla brigata garibaldina “Melchiorre Vanni”, guidata da Eugenio Lenzi, classe 1917, detto “Primula rossa”, che aveva preso il posto di Primo Battistini, alias “Tullio”, e aveva sede ad Adelano di Zeri, in quel di Massa-Carrara.

Tra le vittime, una era rimasta intrappolata nel rogo della propria abitazione, Luigia Tonelli, di 84 anni, casalinga, e l’altra era stata colpita da un proiettile, Maurizio Carattoni, di 6. Contestualmente venivano anche rastrellati 94 civili - secondo altre fonti sarebbero stati 60 - non ritenuti direttamente coinvolti nel movimento resistenziale, ma comunque considerati a sostegno delle formazioni di Giustizia e libertà operanti nella zona. Malcapitati che comunque saranno inviati al lavoro coatto. La vicenda verrà commemorata con la lapide (nella foto, particolare, nello scatto di Davide Papalini), che verrà apposta, il 28 luglio 1964, sul luogo dell’atto di ferocia delle truppe hitleriane.

Ma anche con l’intitolazione della via dedicata alla data di quel 28 luglio 1944. A scatenare il tutto era stata la bravata del 25 luglio precedente. In quel giorno la squadra partigiana composta da 11 elementi della già menzionata brigata “Vanni”, agli ordini di Lenzi, aveva arditamente saccheggiato i magazzini di generi di prima necessità degli esponenti della Wehrmacht, che erano acquartierati a Ceparana, e avevano sottratto un’ingente quantitativo di provviste alimentari lasciando i nemici quasi senza cibo. Poi avevano pure catturato alcuni militari tedeschi, per la precisione 17 soldati e 3 ufficiali.

Quell’operazione verrà rubricata nella storia di Liberazione locale come “Beffa di Ceparana”. I tedeschi, il 27 luglio, per reazione all’affronto, avevano cannoneggiato Piana Battola, sempre nel territorio di Follo, Madrignano di Calice e l’area del monte Cornoviglio. L’ulteriore azione dei germanici, del 3 agosto successivo, inoltre, sarà ancora più feroce. Causerà 15 periti della brigata “Vanni” che di fatto verrà parzialmente dispersa.