28 SETTEMBRE

27 Settembre 2023

Oggi, ma nel 1926, a Forlì, moriva, a palazzo Masini, al numero 107 di quello che diverrà Corso della Repubblica, ma già Corso Vittorio Emanuele, in borgo Cotogni, ad 82 anni, il tenore Angelo Masini, ritenuto dal maestro Giuseppe Verdi, la voce più divina che egli abbia mai sentito. L’ultima interpretazione risaliva al 1905, quando aveva cantato ne “Il Barbiere di Siviglia”, di Gioacchino Rossini.

La sua ugola pulitissima gli aveva fatto guadagnare il soprannome di “Tenore angelico”, anche in assonanza con il suo nome di battesimo. Da non confondere con il basso Angelo Masini Pieralli, di San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo, venuto alla luce nel 1874 e che concluderà il suo percorso artistico negli anni ’30 in Spagna. Il “nostro” Masini, invece, era nato a Forlì nel 1844, in via Carlo Cattaneo 84, nel cuore di borgo Schiavonia e aveva ricoperto 107 ruoli (nella foto, particolare, Masini in costume di scena da brigante con schioppo) durante la sua carriera, cominciata, a 23 anni, a Finale Emilia, nella “Norma” di Vincenzo Bellini.

Si era esibito non solo nel Belpaese, ma anche a Parigi, a Londra, a Vienna, a Mosca, per 16 stagioni, e a San Pietroburgo, per 27. In Russia, godendo del favore dello zar Nicola II Romanov, era reputato una vera e propria celebrità: ogni sua esibizione riscuoteva strepitoso successo tanto da essere ritenuto uno degli ultimi grandi rappresentanti della scuola romantica. Alcuni omaggi ricevuti dalla famiglia imperiale, valutati di inestimabile valore, saranno esposti nella forlivese sala Masini del Museo romagnolo del teatro.

Le rare incisioni vocali, su cilindri di cera, effettuate a San Pietroburgo, diverranno un caso internazionale, grazie alle memorie dell’attrice russa Vera Arkad’euna Michurina-Samojlova, vissuta tra il 1886 ed il 1948. Masini aveva appreso le basi del proprio mestiere grazie agli insegnamenti di Gilda Minguzzi, nel “Cittadone”. L’1 ottobre 1926, grazie al generoso lascito di mezzo milione di lire, nel “Zidaton” verrà fondato l’Istituto musicale intitolato alla sua memoria. Altre 500mila lire andranno in favore della casa di riposo “Giuseppe Verdi” di Milano, sempre su volontà testamentarie.