3 dicembre

Oggi, ma nel 1984, a Bhopal, in India, nello stabilimento afferente alla multinazionale Union Carbide, specializzato nella produzione di insetticidi, chiuso il 26 ottobre precedente, dalla cisterna sotterranea E610 dell’impianto di stoccaggio del pesticida Sevin, non più pressurizzato a 4 gradi con l’azoto, fuoriuscivano 42 tonnellate di isocianato di metilene estremamente tossico che causerà 3787 vittime ufficiali, prevalentemente per edema polmonare, accertate dal governo dello Stato del Madhya Pradesh. Ma in realtà i decessi collegati al disastro ambientale per fuga di sostanze chimiche più ingente di tutti i tempi arriveranno a 15mila, incluse le alterazioni genetiche, secondo stime ufficiose.
Il 4 febbraio 1989 la Union Carbide, che nel 2001 diverrà di proprietà della Dow Chemical Company, pagherà 4 milioni di dollari come risarcimento, ma quei soldi non arriveranno mai interamente ai familiari dei malcapitati. Che appartenevano soprattutto alla baraccopoli adiacente l’installazione industriale. L’amministratore delegato Warren Anderson -che diverrà tristemente noto nelle manifestazioni di protesta poiché la sua immagine verrà puntualmente incendiata- verrà dichiarato contumace l’1 febbraio 1992. Ma l’estradizione dagli States richiesta dal governatorato indiano non verrà mai accordata. E, di fatto, Anderson non sconterà alcuna pena.
Tutta la vicenda, caratterizzata da rimpalli di responsabilità omissioni nella gestione della fabbrica (nella foto, particolare, come si presentava dopo l’esplosione), negligenze post processuali, desterà enorme clamore mediatico a livello internazionale. Anche in considerazione del danno causato in un’area già particolarmente caratterizzata da diseguaglianze sociali e da condizioni di vita, per le categorie più umili, ritenute arretrate e al limite della sussistenza.
Nel 2009, dal 2 al 6 novembre, a Parma, in piazza Giuseppe Garibaldi; a Milano, in piazza Castello e nella sede Arci di via Cicco Simonetta; a Roma, nell’aula magna della facoltà di Economia dell’università “Roma Tre” e in piazza della Repubblica, la sezione italiana di Amnesty International e quella tricolore di Greenpeace ospiteranno la rappresentanza di sopravvissuti e di testimoni a vario titolo della sciagura chiamata “Bhopal bus”. Vi saranno: Satinah ‘Sathyu’ Sarangi, Sanjay Verma, Safreeen Khan, Amir Khan. Le 337 tonnellate di scorie tossiche residue nel sito di Bhopal verranno smaltite definitivamente solo nel 2025.
