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3 gennaio

Oggi, ma nel 1913, a Vizzola Ticino, in provincia di Varese, nella scuola di aviazione fondata dall’ingegnere Giovanni “Gianni” Caproni, Rosina Ferrario riceveva il brevetto di volo numero 203 del registro della Lega aerea nazionale ed era la prima donna del Belpaese ad ottenerlo. Il settimanale "La Stampa sportiva" di Torino, diretto da Gustavo Verona, nel numero 2, del 13 gennaio successivo, le dedicherà la copertina (nella foto, particolare) titolando proprio “La prima aviatrice italiana”. A livello mondiale, invece, era l’ottava pioniera dell’aria.

La Ferrario, originaria di Milano, classe 1888, aveva iniziato a prendere lezioni nel 1911 a Taliedo, poi si era trasferita, l’anno successivo, nel centro Caproni prendendo dimestichezza con vari modelli, tra i quali il prototipo 50 cavalli. La sua passione era scaturita ammirando le evoluzioni, risalenti al 29 maggio 1908, di Leon Delagrange, sulla piazza d’armi del capoluogo lombardo.

L’asso del cielo transalpino era spesso accompagnato da Therese Cochet in Peltier, considerata la prima aviatrice in gonnella in assoluto benché senza conseguire alcun brevetto, che aveva dato prova della sua abilità, il 27 settembre 1908, nella piazza d’armi torinese. Ma che dopo la morte di Delagrange, schiantatosi, il 4 gennaio 1910, a Croix d’Hins, vicino Bordeaux, su apparecchio Bleriot, aveva abbandonato ogni proposito. Il 23 settembre 1913 la Ferrario sorvolerà Bergamo, in occasione della visita del sovrano sabaudo Vittorio Emanuele III alla città.

Il 19 novembre successivo si esibirà, con il talentuoso pilota Achille Landini, a Busseto, in provincia di Parma, in occasione del centenario dalla nascita del compositore Giuseppe Verdi. Nel tentativo di diventare aviatrice professionista e di essere inserita prima nel gruppo di supporto aereo della Croce rossa e poi in quello dell’Aviazione del regio esercito, la Ferrario ingaggerà una lunga controversia burocratica col ministero della Guerra. Ma non otterrà da parte delle istituzioni il “si” sperato in quanto donna.

Dopo il 1918, col termine del primo conflitto mondiale, abbandonerà completamente la sua passione, almeno dal punto di vista pratico. Continuerà solo a presenziare ai raduni dei pionieri. Il 23 gennaio 1943 le verrà concessa la medaglia governativa di benemerenza per i pionieri dell’aeronautica che riconoscerà, ufficialmente, il ruolo avuto. La vicenda della Ferrario verrà ricostruita da Rosellina Piano nel volume “Signorina aviatrice”, che verrà pubblicato dalla casa editrice Umberto Soletti, di Baldissero d’Alba, nel 2012.