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3 Ottobre

Oggi, ma nel 1880, da Montevideo, in Uruguay, salpavano Vincenzo Fondacaro, Orlando Grassoni e Pietro Troccoli, immigrati italiani, a bordo della goletta Leone di Caprera, chiamata così in onore di Giuseppe Garibaldi e delle sue imprese, diretti a Livorno dopo la traversata atlantica a vela da primato -date le dimensioni ridotte del mezzo- e unica nel suo genere anche per le decorazioni raffinate. I tre raggiungeranno prima Las Palmas de Gran Canaria, nell'arcipelago delle Canarie, il 9 gennaio 1881, poi Gibilterra, territorio britannico d'oltremare, il 23 gennaio dello stesso anno, quindi approderanno nella cittadina Toscana, il 9 giugno successivo, dove il 6 novembre 1881 verrà inaugurata l'accademia navale della regia Marina militare. La goletta era stata costruita, in esemplare unico, nel 1879, a Montevideo, dal maestro d'ascia di origine tricolore Luigi Briasco ed era stata finanziata, tra mille difficoltà, da immigrati in Uruguay e in Argentina provenienti dal Belpaese. Già nelle origini del progetto c'era l'idea di consegnarla, dopo l'avventura che varrà ai tre esploratori del mare la medaglia d'oro consegnata da re Umberto I di Savoia, ad un museo. E così sarà. Verrà donata al Comune di Milano e destinata al museo della scienza e della tecnica "Leonardo da Vinci" di Milano, dopo essere transitata per il lago della villa reale sabauda di Monza. La baleniera a due alberi era lunga 9 metri, larga 2,30, aveva il puntale di 110 centimetri, l'altezza a prua era di 160 centimetri, pesava complessivamente 3 tonnellate, era stata realizzata con legno, a fasciame longitudinale, di cannella, di algarrobo, di noce e di pino bianco d’America. Aveva nello scafo anche due bussolotti stagni, sigillati, di rame che avrebbero dovuto agevolare il galleggiamento in caso di cedimento strutturale del legname portante. Fondacaro (in alto, al centro, nel particolare della foto, realizzata dallo studio di Achille Muggia di Milano), che era il capitano, era di Bagnara Calabra, in quel di Reggio Calabria, del 1844. Grassoni (a sinistra nella foto), marinaio, era di Ancona, ugualmente classe 1844. Troccoli (a destra, nella foto), anche lui marinaio, era originario di Marina di Camerota, in provincia di Salerno, del 1852. Quest'ultimo, al termine della traversata, durata 250 giorni, si recherà a Caprera, nell'arcipelago della Maddalena, in Sardegna, per consegnare all'eroe dei due mondi -che era esule sull'isola e dove morirà il 2 giugno 1882- l'album con le firme dei connazionali rifugiati sia per lavoro che per motivi politici in America latina. Il diario di bordo scritto dal comandante Fondacaro, col titolo "Dall'America all'Europa. Viaggio attraverso l'Oceano", verrà ristampato da Giuseppe Galzerano editore, di Casalvelino scalo, in quel di Salerno. L'imbarcazione verrà restaurata a Livorno, dal 23 marzo 2007 al 9 giugno 2009, da parte dell'Associazione per il recupero delle imbarcazioni d'epoca presieduta da Serena Galvani, sotto l'alto patrocinio della presidenza della Repubblica italiana con Giorgio Napolitano. Verrà poi esposta, in galleria, nel capoluogo lombardo, in occasione del 150° anniversario dell'unità d'Italia, il 17 marzo 2011.

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