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3 OTTOBRE

Oggi, ma nel 1935, lungo la linea Adigrat-Enticciò-Adua, il generale Emilio De Bono ordinava a tre corpi d’armata di iniziare l’avanzata verso la conquista dell’Etiopia, varcando il fiume Mareb che segnava la linea di confine. L’offensiva coinvolgeva 100mila uomini, che avanzavano su un fronte di 70 chilometri, dotati di 156 carri armati, 2300 mitragliatrici, 230 cannoni di vario calibro, la protezione aerea di 126 velivoli. Tutto ciò avveniva senza la formale dichiarazione di guerra.

Il tentativo mussoliniano di annettere il territorio del negus Hailé Selassié, prendeva come spunto l’incidente avvenuto nel fortino di Ual Ual, al confine tra Etiopia e Somalia italiana, il 5 dicembre 1934. L’aggressione tricolore rimarcava le ambizioni nel Belpaese nel Corno d’Africa e l’impostazione militare era marcatamente moderna per essere un conflitto coloniale. L'impresa godeva di enorme consenso popolare.

Il 6 ottobre successivo l’Italia sarà diplomaticamente denunciata dalla Società delle nazioni e il 10 sarà condannata a sanzioni economiche, che entreranno in vigore il 18 novembre, che andranno dall’embargo su armi e munizioni alla proibizione di concedere prestiti e crediti al divieto di esportare merci nostrane ed importare prodotti necessari per l’industria di guerra. De Bono (nella foto, particolare, a Makallè, nel 1935, intento ad interrogare uno degli abissini passato dall’esercito etiope a quello italiano) sarà sostituito dal generale Pietro Badoglio, il 30 novembre di quel 1935, sempre per il fronte nord. Il fronte sud, invece, era sotto gli ordini del generale Rodolfo Graziani e vi rimarrà.

L’avventura etiopica coinvolgerà complessivamente -entro il 5 maggio 1936, data della vittoria di Roma, con conseguente inglobamento territoriale e creazione dell’Africa orientale italiana- 464mila soldati italici, 60mila ascari eritrei, 30mila dubat somali, 7800 ascari libici. Questi ultimi tre gruppi di combattenti saranno comunque al servizio del costituendo impero. Il Duce aveva intenzione di appropriarsi dei possedimenti dell’impero d’Etiopia fin dal 1925. Nel 1932 era stato proprio De Bono, in qualità di ministro delle Colonie, a presentare lo studio di fattibilità per una campagna militare volta in tal senso.