Roland Ratzenberger, pilota austriaco della Simtek, morto dopo il terribile incidente a Imola nel Gp di San Marino nel 1994

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30 aprile

Oggi, ma nel 1994, a Imola, nelle prove di qualificazione in vista del Gran premio di Formula 1 di automobilismo di San Marino, del giorno successivo, terza delle sedici gare previste dal mondiale, si verificava lo schianto mortale per il pilota austriaco della scuderia inglese Simtek Roland Ratzenberger. Quest'ultimo, di Salisburgo, classe 1960, era alla prima stagione agonistica nella massima divisione motoristica a quattro ruote. Tecnicamente l'impatto che gli costava la vita si verificava perché mentre percorreva a tutta velocità il rettilineo, tra la curva Tamburello e la curva Gilles Villeneuve, la parte superiore destra dell'alettone anteriore della sua vettura si era staccata, dopo aver toccato un cordolo, impedendogli di curvare e costringendolo a schiantarsi.

Il colpo si consumava, alla velocità di 314,9 chilometri all'ora, contro il muro esterno della curva intitolata all'asso canadese scomparso, anche lui in un incidente al volante, l'8 maggio 1982, a Lovanio, nel corso delle qualificazioni per il gran premio del Belgio. Ratzenberger nell'impatto riportava la frattura alla base del cranio (nella foto, particolare del rottame della Simtek, ferma alla curva Tosa, con la testa del pilota in fin di vita appoggiata sul parabordo dell'abitacolo).

Il trasporto in elicottero all'ospedale maggiore Carlo Alberto Pizzardi di Bologna sarà inutile. Il giorno successivo, nella stessa struttura sanitaria, spirerà anche il tre volte campione del mondo, il brasiliano Ayrton Senna, di San Paolo, del 1960, dopo essersi schiantato, a bordo della Williams, alla curva Tamburello, per l'ingovernabilità della macchina dovuta a problemi strutturali. Nell'impatto verrà colpito mortalmente dal puntone della sospensione anteriore destra che, penetrato nella visiera del casco, gli sfonderà la regione temporale destra del cranio. Nella vettura di Senna, insanguinata, verrà ritrovata la bandiera austriaca che avrebbe voluto sventolare, in onore di Ratzenberger, in caso di vittoria. Il giorno precedente la morte di Raztenberger, il 29 aprile, sempre durante la fase di prove, si era verificato un ulteriore incidente, grave, ma non mortale: quello dell'altro brasiliano, Rubens Barrichello, anche lui di San Paolo, del 1972, a bordo della Jordan, alla Variante bassa del circuito. Il gran premio di San Marino 1994 verrà ricordato nella storia della formula 1 come uno degli eventi più neri. Allo scattare del semaforo verde la Benetton del finlandese Jyrki Juhani Järvilehto, conosciuto come "JJ Lehto", che era quinta in griglia di partenza, aveva avuto un problema tecnico e si era spento il motore, rimanendo ferma sulla piazzola. Il portoghese Pedro Lamy, partito dalle retrovie, non era riuscito ad evitare lo scontro con la Lotus che aveva sfondato il retrotreno della Benetton. Entrambi i piloti non avevano riportato conseguenze serie, ma i detriti che erano volati in tutte le direzioni avevano ferito nove spettatori.

Alla fine della gara, che verrà sospesa al 7° giro per l'incidente occorso a Senna, a tagliare per primo il traguardo, al termine dei fatidici 58 giri, pari a 292,320 chilometri, sarà il tedesco Michael Schumacher su Benetton-Ford, davanti all'italiano della Ferrari Nicola Larini, secondo, e al finlandese Mika Hakkinen della McLaren, terzo. Gli incidenti di Imola porteranno a importanti modifiche dei circuiti, a cominciare da quello di Imola, e a variazioni delle norme sulla sicurezza imposte dalla Federazione automobilistica internazionale: per tentare di ridurre i rischi. I piloti, inoltre, ricostituiranno il loro sindacato, che era inattivo da 12 anni, ponendo Schumacher come presidente.