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30 SETTEMBRE
Oggi, ma nel 1958, a Roma, alla Camera dei deputati, il ministro della Difesa, il democristiano Antonio Segni, del secondo governo presieduto dal Dc Amintore Fanfani, anticipava, seppur con risposte camuffate, la delicata intenzione dell’esecutivo di consentire il piazzamento di missili Jupiter americani nelle basi statunitensi presenti sul territorio del Belpaese, come primo Stato d’Europa ad avviare una simile manovra.
Congegni che poi verranno sistemati, in accordo con l’Aeronautica tricolore, nelle basi dell’Arma azzurra (nella foto, particolare, lo Jupiter di Acquaviva delle fonti, in provincia di Bari, in zona “La cattiva”, acquartieramento del 2° reparto interdizione strategica del 59° gruppo aeronautico), nel quadro di rafforzamento dell’alleanza atlantica, del 4 aprile 1949, post secondo conflitto mondiale, e nel disegno di miglioramento degli equilibri di potere planetari.
Il 25 settembre precedente, il quotidiano comunista “l’Unità” aveva dato la notizia, tratta dall’agenzia Associated Press di New York, che l’Italia avrebbe ricevuto dagli Stati Uniti d’America due forniture di missili IRBM -acronimo dall’inglese equivalente a missile balistico a raggio intermedio- dotati di armamento termonucleare.
Nella seduta camerale del 30 settembre 1958, il futuro quarto presidente della Repubblica, fedele al segreto che copriva la vicenda, rispondeva alle interrogazioni parlamentari affermando che l’acquisizione dei 45 missili in questione -dalla gittata di 3.180 chilometri, prodotti dalla Chrysler, con testata nucleare Mk.49 modello 2 da 1,44 megaton di potenza- rappresentasse la fase di aggiornamento dell’arsenale italiano, non una questione dai risvolti politici.
Segni concludeva il suo intervento sottolineando come il potere deterrente di quelle armi sarebbe stato garanzia di pace, sempre puntando al raggiungimento degli accordi internazionali sul disarmo. Seguiranno non poche discussioni sull’argomento, sia nelle sedi istituzionali che in quelle mediatiche. In Senato, il 7 aprile 1959, il problema verrà affrontato per quattro adunanze consecutive.
Con gli esponenti della sinistra, comunisti e socialisti soprattutto, che bersaglieranno il presidente del Consiglio dei ministri, carica nel frattempo toccata a Segni, con raffiche di domande sugli accordi conclusi con gli States e con la Turchia, il 26 marzo di quel 1959, per le nuove forniture militari in merito alle quali il governo Fanfani non aveva adeguatamente messo a conoscenza il parlamento.
Alla fine, tra il 1960 e il 1963, durante la fine del governo Segni, il breve esecutivo guidato da Fernando Tambroni, esponente sempre della Balena bianca, e il ritorno di Fanfani, alla sua terza esperienza da presidente del Consiglio, gli Jupiter incriminati verranno dislocati in 10 basi: Gioia Del Colle di Bari; Mottola di Taranto; Laterza di Taranto; Altamura di Bari, Gravina di Puglia di Bari; Altamura-Quasano di Bari; Spinazzola di Barletta; Irsina-Calle di Matera; il già menzionato sito di Acquaviva delle fonti; Matera. Avranno 3 pezzi per ciascuna destinazione, il primo di lancio e 2 di riserva. Altri 15 ordigni verranno dislocati in 5 postazioni turche.