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4 luglio

Oggi, ma nel 1987, a Ribera, in provincia di Agrigento Patrizio Oliva, soprannominato “Sparviero”, campione del mondo dei pesi superleggeri di pugilato in carica, entro i 63,50 chilogrammi per i professionisti, era costretto a cedere il titolo allo sfidante, l’argentino Juan Martin Coggi, detto “Latigo”, dopo essere stato battuto, per KO alla terza ripresa. Tecnicamente accadeva che un micidiale sinistro dello sfidante centrava la mascella del detentore della cintura mondiale che crollava al tappeto. Rialzatosi, Oliva, di Napoli, classe 1959, già oro olimpico ai giochi a cinque cerchi di Mosca, il 2 agosto 1980, veniva centrato da altri due sinistri dell'avversario, originario di Fighiera, del 1961, e si accasciava definitivamente.

Quella sconfitta lasciava gli appassionati dei guantoni, non solo del Belpaese, increduli: i più, infatti, erano convinti di assistere ad un incontro dall’esito già scontato, come era stato negli altri due appuntamenti con contendenti al titolo mondiale. Ovvero, il 6 settembre 1986, a Napoli, contro Brian Brunette, sfidante Usa, e, il 10 gennaio 1987, ad Agrigento, contro il messicano Rodolfo Gonzales. Occasioni nel corso delle quali il fuoriclasse partenopeo aveva vinto e quindi difeso tranquillamente il proprio primato globale di categoria. Il campano aveva strappato l’onore di migliore del pianeta in quella fascia di peso ad un altro argentino, Ubaldo Sacco (nella foto, i due atleti proprio durante la sfida per il mondiale), il 15 marzo 1986, a Fontvieille, nel principato di Monaco. Titolo mondiale che Sacco, di Buenos Aires, del 1955, aveva conquistato, il 21 luglio 1985, a Campione d’Italia, in provincia di Como, avendo la meglio sullo statunitense Gene Hatcher.

Dopo la perdita del titolo mondiale Oliva annunciava il ritiro dall’agonismo, complice anche un periodo di particolare affaticamento fisico e mentale che già stava attraversando, ancor prima del risultato negativo raccolto sul ring siciliano quel 4 luglio 1987. Match, quest’ultimo, di estrema risonanza mediatica internazionale, dietro il quale aleggerà anche il retroscena dell’aiuto fornito a Coggi dall’amico e connazionale Diego Armando Maradona, calciatore in forza al Napoli, che lo rivelerà allo stesso Oliva nella serata di Roseto degli Abruzzi, in quel di Teramo, il 7 maggio 1988, al Palasport Remo Maggetti. Occasione nel corso della quale Coggi metterà KO lo sfidante, il coreano Sang Ho Lee, al secondo round, conservando il titolo mondiale preso ad Oliva.

Di fatto il “Pibe de oro” aveva fatto recapitare a Coggi due video degli allenamenti riservati di Oliva, avvenuti all’ombra del Vesuvio, in modo che il pugile argentino si potesse preparare al meglio all’incontro, di notevole importanza simbolica per l’intera Argentina dopo la sconfitta di Sacco, studiando la tecnica dell’avversario. Il 14 novembre 1990 Oliva, a Campione d’Italia, a dispetto di quanto annunciato nell’87 circa l’addio al pugilato, cingerà la cintura di campione europeo dei pesi welter, entro i 66,70 chilogrammi per i professionisti, dopo aver avuto la meglio contro il britannico Kirkland Laing. Poi smetterà realmente di combattere, il 25 giugno 1992, dopo aver perso contro l’americano James “Buddy” McGirt, a Licola, tra Giuliano e Pozzuoli, sempre in quel di Napoli, tentando di agguantare il titolo mondiale welter. Chiuderà la carriera da professionista, dopo aver disputato 59 incontri, con 57 vittorie, delle quali 20 ottenute per KO, 2 sconfitte, delle quali una, proprio quella del 4 luglio 1987 per KO, e zero pareggi.