TODAY

5 GIUGNO

Oggi, ma nel 1960, a Firenze, nella Biblioteca nazionale, veniva inaugurata “La mostra del millenario della lingua italiana: 960-1960”, organizzato dall’Accademia della Crusca, presieduta da Bruno Migliorini, con sede a Palazzo dei Giudici, massima istituzione nazionale che raccoglieva studiosi ed esperti di linguistica e filologia, fondata, nella città gigliata, il 25 gennaio 1583, per volere di Leonardo Salviati. Presenziava il commissario prefettizio Lorenzo Salazar, in carica dal 28 giugno 1957, subentrato tra la prima e la terza amministrazione municipale guidata dal sindaco-santo, il democristiano Giorgio La Pira.

La rassegna dedicata ai dieci secoli percorsi dalla “parlata” del Belpaese assurgeva anche ad indirizzo politico e rivalutazione nazionalistica di un elemento così imprescindibile per il popolo italico. Non a caso il governo presieduto da Fernando Tambroni, dello scudo crociato, che aveva giurato il 26 marzo precedente e che concluderà la sua breve avventura il 19 luglio successivo, risentiva non poco dell’appoggio esterno del Movimento sociale italiano del segretario Giorgio Almirante.

L’iniziativa sull’evoluzione linguistica, che rimarrà aperta fino al 10 luglio, prendeva come parametro di riferimento per la nascita dell’italiano l’anno del “Placito capuano” (nella foto, particolare, evidenziato il passaggio saliente: «sao ko kelle terre, per kelli fini que ki contene, trenta anni le possette parte sancti Benedicti») ritenuto il primo documento redatto in volgare, che era inerente la contesa tra il monastero di Montecassino e il piccolo feudatario locale Rodelgrimo d’Aquino. In particolare il riferimento era all’appezzamento di terra di pertinenza del convento di Capua, sempre dipendente dai benedettini dell’abazia di Montecassino.

Quella che, tra gli specialisti, era ritenuta la questione della lingua, racchiudeva l’intrecciato insieme di discussioni e controversie susseguitesi, dal tempo di Dante Alighieri in poi, volto a riconoscere o a negare al volgare la dignità di lingua superiore rispetto al latino. Il catalogo dell’allestimento, di 37 pagine, veniva pubblicato contestualmente al vernissage, dall’editore fiorentino Sansoni.