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5 SETTEMBRE

Oggi, ma nel 1999, a Rieti, in occasione del 29° meeting annuale internazionale di atletica, nello stadio Raoul Guidobaldi, il keniota Noah Ngeny, di 21 anni, stabiliva il record mondiale sui 1000 metri piani in 2 minuti 11 secondi 96 primi. Primato che in tale data, ma nel 2023, sarà ancora imbattuto, dopo 24 anni.

Il mezzofondista originario di Eldoret, nella Rist valley, alle Olimpiadi di Sydney 2000, dell’anno successivo, conquisterà la medaglia d’oro sui 1500 metri piani. Nella XXVII edizione dei giochi a cinque cerchi, il 29 settembre, chiuderà la sua prova in 3 minuti 32 secondi 7 primi, che il sarà miglior risultato della massima competizione agonistica planetaria. Strapperà il primato al marocchino Hicham El Guerrouj (nella foto, particolare, con Ngeny, proprio in occasione della finale olimpica australiana) per il quale in precedenza aveva operato come “lepre”.

Lo storico tempo fatto segnare da Ngeny a Rieti, faceva cadere il record precedente, risalente all’11 luglio 1981, quindi 18 anni prima, appartenente al britannico Sebastian Coe, ottenuto al Bislett di Oslo, di 2 minuti 12 secondi 18 primi. Il 21 luglio precedente Ngeny, al meeting di Parigi-Charléty, terza tappa della Golden league, sui 1500, era salito sul gradino più alto del podio, tagliando il traguardo in 3 minuti 28 secondi 84 primi. Gli appuntamenti reatini avevano avuto inizio il 28 agosto 1971, per volere di Sandro Giovanelli. Andranno avanti per 45 anni, fino al 2015, quando, per mancanza di fondi, verrà meno la possibilità di tenere così alto il livello organizzativo -da parte dell’Atletica studentesca Ca.Ri.R.i. “Andrea Milardi”, fondata il 21 novembre 1975- da far rientrare l’evento come tappa del circuito internazionale IAAF world challenge/IAAF grand prix.