6 febbraio

Oggi, ma nel 1971, a Tuscania, in provincia di Viterbo, alle 22,25, nel comprensorio dell'antica Etruria, la terra tremava a causa della seconda scossa del sisma del IX grado della scala Mercalli, con epicentro ad Arlena di Castro, che causava inizialmente 22 vittime, che poi saliranno a 36, 100 feriti e 4mila sfollati.
Il 60 per cento degli edifici risulterà inagibile e il ponte sul fiume Marta, unico emissario del lago di Bolsena, sarà impraticabile determinando anche il rallentamento dell’arrivo degli aiuti umanitari. Tra i morti ci saranno anche tre bambini: Michela Borgi, Pierluigi Scriboni e Romolo Arpini. La prima ondata dello sciame sismico c’era stata alle 19.09 (nella foto, particolare, una vettura sommersa dai calcinacci). Crollava il centro storico e saltavano le condutture di acqua, luce e gas. Ma anche le linee telefoniche non funzionavano. Gravi danni verranno arrecati pure alla chiesa di San Pietro e alla basilica di Santa Maria maggiore.
Nella prima crollava il catino dell’abside e il rosone dedicato all’apostolo, nonché l’affresco dell’ascensione di Cristo fra gli angeli che, benché di autore anonimo romano del 1150, aveva un certo rilievo. Nella seconda, invece, veniva pesantemente lesionato il grande affresco del Giudizio finale, del XIV secolo, opera di Gregorio e Donato d'Arezzo, contraddistinta dalla presenza della figura del singolare Diavolo ribattezzato popolarmente "Cacanime". Lievi conseguenze invece quelle riportate nelle già menzionate Arlena e Viterbo, a Civitavecchia e a Tarquinia. L’8 febbraio successivo arriverà in visita ufficiale pure il capo dello Stato Giuseppe Saragat scortato dal presidente del Consiglio dei ministri Emilio Colombo. Mario Moscatelli, della Prefettura viterbese, assumerà fin dalle prime battute il coordinamento delle operazioni di soccorso e farà anche realizzare la tendopoli di località Guadigliolo, lungo la strada per Piansano, da 1100 posti letto, che consentirà di fronteggiare la rigidità del clima invernale. Ma determinante saranno i contributi del direttore generale dei Servizi nazionali anti-incendio Giuseppe Migliore, del sindaco Cesare Leonardi e dall’ispettore generale dei Vigili del fuoco Massimo Silvestrini.